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Covid 19

Senza vaccini 2,7 mln over 50, i numeri della terza dose, Gimbe: “Differenze regionali inaccettabili”

La Fondazione Gimbe nell’ultimo monitoraggio settimanale, sottolinea la necessità di accelerare con le terze dosi e stima che entro fine anno il richiamo coinvolgerà quasi 12 milioni di persone. Il presidente Cartabellotta: “Serve un grande sforzo organizzativo dopo la chiusura dei grandi hub vaccinali”. Evidenti le differenze regionali sulla dose booster (copertura nazionale è del 27,6%): dal 10,2% della Calabria al 67,1% del Molise.
A cura di Biagio Chiariello
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Scendono ancora i nuovi vaccinati (-39,6%), mentre negli over 60 si riduce efficacia vaccino sulla malattia grave: il dato emerge dal monitoraggio della Fondazione Gimbe relativo alla settimana 27 ottobre-2 novembre. Rispetto alle persone senza neanche la prima dose del vaccino anti Covid, preoccupano in particolare gli oltre 2,7 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione e gli oltre 1,3 milioni nella fascia 12-19 che riducono la sicurezza nelle scuole.

Cosa fare, allora?

Il “lieve ma progressivo calo dell’efficacia vaccinale impone di accelerare sulla terza dose: 3,7 milioni di persone già nella platea a cui entro fine anno si aggiungeranno 7,4 milioni di over 60 e circa 748 mila under 60 vaccinati con Johnson & Johnson”, calcolano gli esperti.

In base all’elaborazione Gimbe su dati del Report di sorveglianza integrata Covid-19 dell’Istituto superiore di sanità, si evidenzia che per la fascia over80 l’efficacia dei vaccini rispetto ai ricoveri in terapia intensiva è calata dal 95,9% del periodo 4 aprile-11 luglio al 90,4% del periodo 5 luglio-24 ottobre. Per i ricoveri in area medica, invece, l’efficacia dei vaccini per la stessa fascia di età è passata per il medesimo periodo di riferimento dal 94,2% all’88,9%. Per la fascia 60-79 anni, invece, l’efficacia dei vaccini rispetto ai ricoveri in area medica è passata (sempre per gli stessi periodi di riferimento) dal 95,2% al 91,6% e per le terapie intensive dal 98,2% al 94,8%. Per il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, si tratta di “un calo di efficacia lento ma che spiega, insieme al diffondersi crescente della nuova variante delta e delta plus, l’aumento dei ricoveri per queste fasce d’età e la necessità di procedere celermente con le terze dosi di richiamo”.

Indipendentemente dal livello degli anticorpi circolanti – commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, – questi dati confermano le indicazioni alla dose booster alle categorie a rischio identificate dal Ministero della Salute e la necessità di accelerarne la somministrazione".

Terza dose e differenze tra Regioni

La platea vaccinabile con la terza dose ad oggi è costituita da 883.460 persone per la dose aggiuntiva e da 5.131.130 persone per la dose booster, escluse quelle under 60 anni che hanno ricevuto il vaccino Johnson&Johnson, non ancora incluse negli Open Data sui vaccini anti-Covid. Al 3 novembre sono state somministrate 1.691.819 terze dosi di cui 277.975 dosi aggiuntive e 1.413.844 dosi booster, con una media giornaliera di 39 mila somministrazioni. Il tasso nazionale di copertura vaccinale per le dosi aggiuntive è del 31,5% con nette differenze regionali: dall’1,8% della Valle D’Aosta al 99,1% della Toscana. La copertura nazionale con dose booster è invece del 27,6% anche qui con notevoli differenze tra le Regioni: dal 10,2% della Calabria al 67,1% del Molise.

"Inaccettabili differenze regionali" il commento di Cartabellotta.

Sulla base della platea vaccinabile con dose booster restano ancora da somministrare, ad oggi, afferma Gimbe, oltre 3,71 milioni di dosi alle quali si aggiungeranno progressivamente gli over 60 che hanno completato il ciclo vaccinale nei mesi di maggio e giugno: in particolare entro fine anno saranno 7,4 milioni i candidati alla terza dose, pari a circa 800.000 somministrazioni settimanali. A questi vanno aggiunti circa 748 mila under 60 vaccinati con Johnson&Johnson entro fine giugno, per un totale di oltre 12 milioni di persone da coprire con la dose di richiamo. “Anche se questi numeri potrebbero essere leggermente sovrastimati – conclude Cartabellotta – in quanto includono anche i vaccinati che nel frattempo hanno contratto l’infezione o sono deceduti, è indispensabile accelerare la somministrazione delle terze dosi, che implica una grande sforzo organizzativo. Infatti, per mantenere questo ritmo, con la chiusura di numerosi grandi hub vaccinali, accanto alla prenotazione volontaria, è fondamentale implementare strategie di chiamata attiva con il coinvolgimento di medici di famiglia e farmacie”.

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