Senza letti né riscaldamento, così vivono i migranti sopravvissuti al naufragio di Cutro
Stanze improvvisate, qualche letto, in numero non sufficiente ad accogliere tutti, senza riscaldamento e con un solo bagno a disposizione. È questa lo scenario che si presenta dinanzi a chi entra nei capannoni allestiti di fronte al Cara di Crotone che accolgono i sopravvissuti al naufragio di Cutro. La denuncia arriva da Alessandra Sciurba, docente di Deontologia, sociologia e critica del diritto all'Università di Palermo, che da venerdì si trova a Crotone come volontaria, e da Franco Mari dell’Alleanza Verdi Sinistra, che sono entrati all'interno dell'hotspot improvvisato.
“Come in mare ha prevalso la logica di polizia e difesa dei confini su quella del soccorso delle persone in pericolo – scrive Sciurba su Facebook – in terra prevale la logica del confinamento e della punizione di chi emigra sul rispetto dell'umanità. Ecco dove sono reclusi (illegalmente) i sopravvissuti al naufragio di Crotone. Donne uomini e bambini. Un hotspot improvvisato, una piccola Lampedusa anche per loro”.
Le immagini che accompagnano il post social sono quelle scattate all'interno del capannone e dalle quali è possibile scorgere dei materassi sul pavimento, senza lenzuola, utilizzati come letti improvvisati, oltre che l'unico bagno a disposizione di tutti, uomini, donne e bambini. I letti non sono sufficienti per tutti e quindi alcuni sono costretti a dormire sulle panche tra pareti scrostate e stanze rese gelide dal freddo della notte. I superstiti del naufragio le cui vittime sono più di 70, sono stati posti in due capannoni antistanti al centro, due magazzini.
Le fa eco Mari che in una nota diffusa questa mattina spiega quanto accade all'interno dell'hotspot di Crotone: “Domenica sono andato a trovare i sopravvissuti del tragico naufragio di Cutro – scrive – niente letti per tutti, niente riscaldamento, un solo bagno, una sola doccia con un’imbarazzante promiscuità, niente lenzuola. Chiusi, senza alcuna colpa, come reclusi grazie all’assurdità delle leggi che vigono in questo Paese”.
Il parlamentare di è detto sconvolto per quanto visto a Crotone aggiungendo infine: “Dopo la pietà per i morti, dopo lo strazio sulla spiaggia con i familiari che sperano di vedere riemergere i corpi dei loro dispersi, mi chiedo come sia possibile non avere nessun riguardo per queste persone. Erano su quel barcone, hanno vissuto la tragedia sulla loro pelle, pensavo fossero ospitati in qualche albergo, trattati con dignità e con cura eccezionale. Sono la carne di questa storia, sono l’incarnazione della sofferenza umana. E io mi vergogno”.