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Ordinanza Texprint, illegittimo il licenziamento di uno degli operai in sciopero: “Grande felicità”

Secondo un’ordinanza emessa mercoledì 29 settembre dal Tribunale del Lavoro di Prato, le motivazioni alla base del licenziamento di Muhammad Hafzal, ex operaio della ditta di stamperia tessile di Prato Texprint s.r.l. non sono legittime. Il giudice ha anche ordinato la reintegra all’interno dell’azienda del lavoratore pachistano licenziato lo scorso aprile durante gli scioperi.
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Dopo mesi di battaglie, gli operai della Texprint incassano una prima concreta vittoria nel contesto delle proteste contro l'azienda di stamperia tessile a conduzione cinese che ad aprile scorso li licenziò per presunte "violenze" durante i picchetti. Mercoledì 29 settembre 2021 il giudice del Tribunale del Lavoro di Prato ha infatti emesso un'ordinanza in cui si prende atto "dell'illegittimità del licenziamento" di uno dei lavoratori, Mohammed Hafzal e "si ordina la reintegra dello stesso nel posto di lavoro". Fanpage.it ne ha parlato con i legali degli operai, Letizia Bertolucci e Lorenzo Nannipieri, che si sono occupati del caso.

Mentre sindacalisti ed ex operai festeggiano per il reinserimento di Mohammed Hafzal, gli avvocati riflettono sul risultato appena raggiunto: "Con questa ordinanza il giudice ha accertato in via cautelare l'assoluta arbitrarietà delle ragioni di questo licenziamento", spiega Nannipieri, avvocato specializzato in Diritto del Lavoro e Diritto Amministrativo del foro di Pisa. "Naturalmente ciò vale anche per gli altri diciassette lavoratori ingiustamente licenziati, per far valere i diritti dei quali siamo ancora al lavoro", continua Bertolucci, del foro di Firenze. Secondo i due legali, "tutti questi licenziamenti, oltre a fondarsi su ragioni arbitrarie, sono in realtà motivati da un intento di ritorsione e di discriminazione nei confronti di un gruppo di lavoratori per il solo fatto che questi hanno partecipato attivamente a uno sciopero che a sua volta si inserisce nell'ambito di una vicenda lavorativa molto complessa". Gli ex dipendenti Texprint (diciassette pachistani e un senegalese) protestano da fine gennaio 2021 contro presunte "condizioni di sfruttamento" all'interno della ditta di via Sabadell di Prato. Tali condizioni includono orari di lavoro insostenibili (fino a diciotto ore al giorno per sette giorni la settimana), nessun indennizzo, assenza di ferie retribuite e malattia, caporalato, finti contratti di apprendistato, videosorveglianza illegale durante i turni, infortuni e altro ancora.

Dal canto suo la Texprint ha sempre negato con forza tutte le accuse, rispedendole al mittente anche tramite querele per "violenza privata" e "blocco delle merci" durante i picchetti e licenziando tutti i lavoratori in sciopero. Sulla ditta è stata emessa un'interdittiva antimafia, confermata dal Tar e dal Consiglio di Stato ma recentemente ritirata dalla Prefettura. I sospetti di infiltrazioni mafiose dentro la Texprint erano motivati dai legami di uno dei suoi dirigenti (Zhang Sang Yu, detto Valerio) con il clan Greco. Sang Yu ha comunque sempre negato di essere un dirigente della Texprint, definendosi "un semplice dipendente", fatto smentito da tutti i lavoratori in sciopero.

Per il momento non si conoscono le condizioni e le modalità del reinserimento di Mohammed Hafzal all'interno della Texprint e la situazione è in aggiornamento. La battaglia dei lavoratori Texprint è comunque lontana dal dirsi conclusa. "La vicenda di Hafzal era peculiare rispetto alle altre in quanto nel suo caso era stato proposto un ricorso d'urgenza – spiegano ancora gli avvocati Bertolucci e Nannipieri – ma anche tutti gli altri lavoratori impugneranno i rispettivi licenziamenti, perché tutti si basano su ragioni analoghe e assolutamente sovrapponibili", concludono. Nel frattempo, dal sindacato SiCobas che segue dall'inizio questa vicenda arriva un sussulto di gioia. "Questa vittoria è il risultato di duecentocinquantasei giorni di presidio, sciopero e di lotta infaticabile", si legge in un comunicato divulgato su Instagram del sindacato SiCobas. "E' la vittoria di tutti i lavoratori sfruttati del distretto e di quella parte di città che non ha mai mancato di sostenerli, abbracciarli, incoraggiarli. E' la sconfitta di tutti quelli che in questi mesi hanno deciso di stare dall'altra parte, avallando e sostenendo la criminalizzazione dei 18 lavoratori in sciopero".

Abbiamo più volte cercato di raggiungere telefonicamente la Texprint s.r.l. per chiedere il punto di vista dei suoi dirigenti su questa vicenda, ma per il momento non abbiamo ottenuto risposta.

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