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L'omicidio Meredith Kercher

Sentenza Meredith, i legali di Sollecito contro il giudice: “Gravi le sue parole”

Polemiche dopo l’intervista al Corriere del presidente della Corte d’Assise d’Appello di Firenze Alessandro Nencini. A proposito di Amanda Knox e Raffaele Sollecito lui ha parlato di “una scelta sofferta” e ha detto che il giovane non si è fatto interrogare. Gli avvocati: “Le sentenze si rispettano, le interviste no”.
A cura di Susanna Picone
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A oltre ventiquattro ore di distanza dalla sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Firenze per l’omicidio di Meredith Kercher non accennano a spegnersi i riflettori sui protagonisti di questo complesso processo. La giornata di ieri è stata quella delle reazioni, dal piccolo giallo di Raffaele Sollecito rintracciato al confine con l’Austria per il ritiro del passaporto, alle lacrime in televisione di Amanda Knox convinta di non voler mai più tornare in Italia. Questa mattina, invece, a parlare della sentenza Meredith è stato direttamente Alessandro Nencini, il presidente della Corte d’Assise d’Appello di Firenze che ha condannato Amanda a 28 anni e 6 mesi di reclusione e Sollecito a 25 anni. Nencini ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera: ha parlato di una scelta sofferta (“Ho figli anch’io”, ha spiegato), e ha detto che la corte di Firenze motiverà in maniera approfondita perché nel processo Meredith non ha separato le posizioni di Amanda Knox e di Raffaele Sollecito, come aveva chiesto la difesa di quest’ultimo.

L’intervista del presidente della Corte – E al Corriere Nencini ha detto che Sollecito ha deciso di non farsi mai interrogare. Alla domanda se questo abbia influito sulla scelta di condannarlo, Nencini risponde: “È un diritto dell'imputato, ma certamente priva il processo di una voce. Lui si è limitato a dichiarazioni spontanee, ha detto soltanto quello che voleva senza sottoporsi al contradditorio”. Per quanto riguarda il movente del delitto, il giudice ha sottolineato che la Corte ha “una convinzione e la espliciteremo nella sentenza”. “Al momento – ha affermato Nencini – posso dire che fino alle 20,15 di quella sera i ragazzi avevano programmi diversi, poi gli impegni sono saltati e si è creata l'occasione. Se Amanda fosse andata al lavoro probabilmente non saremmo qui”. Secondo quanto affermato dal presidente della Corte, si è trattato di “una cosa tra ragazzi, ci sono state coincidenze e su questo abbiamo sviluppato un ragionamento”.

Il commento degli avvocati di Sollecito – L’intervista di Nencini non è piaciuta, però, agli avvocati di Raffaele Sollecito. “Le sentenze si rispettano, le interviste no. È gravissimo, anzi inaccettabile, che il presidente Nencini abbia commentato pubblicamente la sentenza”: con queste parole i difensori Giulia Bongiorno e Luca Maori hanno commentato l’intervento al Corriere della Sera. “Ai magistrati – sottolineano i legali di Sollecito – compete il potere di giudicare, non quello di intromettersi nelle scelte della difesa”. “Ci chiediamo innanzitutto – così Bongiorno e Maori – se parla a nome di tutti i giurati e se la frase sul mancato interrogatorio di Raffaele Sollecito significa che, se avesse accusato Amanda Knox, sarebbe stato assolto”. Gli avvocati hanno fatto sapere di valutare, nei prossimi giorni, le iniziative da intraprendere.

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