Sentenza Cucchi, il presidente della Corte: “Il giudice valuta le prove. Se non ci sono assolve”
AGGIORNAMENTO: Luciano Panzani, presidente della Corte d'Appello di Roma, ha commentato la sentenza di assoluzione emessa ieri nei confronti di medici e poliziotti imputati nel "caso Cucchi": "Il giudice penale deve accertare se vi sono prove sufficienti di responsabilità individuali e in caso contrario deve assolvere. E' quello che i miei giudici hanno fatto anche questa volta. Se non vogliamo rischiare di perdere molto di più di quanto si sia perso in questa triste vicenda – spiegail presidente Panzani – nessuna gogna mediatica e nessun invito a ‘far pagare i magistrati per i loro errori'".
Il giorno dopo la sentenza che assolve tutti gli imputati nel processo per la morte di Stefano Cucchi, il geometra romano deceduto all’ospedale Sandro Pertini una settimana dopo l’arresto per droga, la sorella Ilaria non ha perso la voglia di lottare. Ieri la Corte d’assise d’appello di Roma presieduta da Mario Lucio D’Andria ha assolto i medici, gli infermieri e gli agenti della polizia penitenziaria coinvolti nel caso Cucchi: secondo la sentenza dei giudici nessuno ha ucciso o provocato in qualche modo la morte di Stefano Cucchi. Una sentenza che non ferma però la famiglia del ragazzo morto nel 2009. “Mi devono uccidere per fermarmi”, ha detto Ilaria Cucchi annunciando che continuerà la sua battaglia per dare giustizia a suo fratello. “Non ce l'ho con i giudici di appello – così la donna – ma adesso da cittadina comune mi aspetto il passo successivo e cioè ulteriori indagini, cosa che chiederò al procuratore capo Pignatone”. La sorella di Stefano ha spiegato che “il prossimo passo è la Cassazione e la Corte europea. Non è finita qui. Se lo Stato non sarà in gradi di giudicare se stesso, faremo l'ennesima figuraccia davanti alla Corte europea. Sono molto motivata”.
“Sentenza Cucchi un fallimento della Procura di Roma”
Cucchi ha spiegato di essersi svegliata con l’idea che l’assoluzione per insufficienza di prove non è un suo fallimento né del suo avvocato, ma è un fallimento della Procura di Roma: “Chiederò al procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone – ha aggiunto – che assicuri alla giustizia i colpevoli della morte di mio fratello, perché due sentenze hanno riconosciuto il pestaggio e lo Stato italiano non può permettersi di giocare allo schiaffo del soldato, come ha detto in aula ieri il mio avvocato. Mio fratello è morto e non si può girare e indovinare chi è stato, devono dircelo loro”. “Tante volte – ha affermato ancora Ilaria Cucchi – ho attaccato il lavoro dei pm e sono stata molto criticata per questo, anche in aula dai difensori. Oggi ho l'ulteriore prova che avevo ragione”.