video suggerito
video suggerito

Sentenza Cucchi: l’Ordine dei Medici si dichiara molto perplesso

L’Ordine dei Medici è perplesso, “sembra che il cerino sia rimasto in mano ai soliti noti”. Mentre il segretario del Seppe si dice soddisfatto e sottolinea come la sentenza confermi il “rispetto delle leggi, con professionalita’ e senso del dovere” dei poliziotti penitenziari.
A cura di Laura Murino
44 CONDIVISIONI
Immagine

Le reazioni alla sentenza Cucchi, che il padre di Stefano ha dichiarato essere “una sentenza vergognosa e inaccettabile”, sono dure e le lamentele a seguito delle condanne e delle assoluzioni si stanno levando dai vari soggetti coinvolti. Davanti alla condanna di due medici l’Ordine dei Medici tramite un comunicato ha fatto sapere il suo disappunto. All’Adnkronos Salute il presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), Amedeo Bianco, interrogato sulla sentenza della Corte d’assise, ha risposto: “Sulle base delle poche informazioni di cui disponiamo possiamo dire che la sentenza della Corte d'assise sul caso Cucchi ci lascia perplessi. Molto”. Aggiunge poi che "la sentenza va letta e capita. Soprattutto va capito come e' stato ricostruito il nesso causale. Mi sembra che il cerino sia rimasto in mano ai soliti noti".

Contrariamente, Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, soddisfatto per la sentenza, ha affermato che l’assoluzione dei poliziotti penitenziari coinvolti “loro malgrado” conferma che “nel palazzo di giustizia di Piazzale Clodio a Roma la Polizia Penitenziaria ha lavorato come sempre nel pieno rispetto delle leggi, con professionalità e senso del dovere”. Il segretario porta ancora una volta le “sincere espressioni di rispetto per la triste e dolorosa vicenda che ha visto coinvolta la famiglia di Stefano Cucchi”, aggiungendo però che "non possiamo accettare una certa (tendenziosa e falsa) rappresentazione del carcere come luogo in cui quotidianamente e sistematicamente avvengono violenze in danno dei detenuti come talune corrispondenze giornalistiche hanno detto e scritto nei giorni immediatamente successivi la morte del ragazzo". Conclude dicendo che "rigettiamo ogni tesi manichea che ha associato e associa più o meno velatamente al nostro lavoro i sinonimi inaccettabili di violenza, indifferenza e cinismo".

Tuttavia il padre della vittima non accetta la sentenza. Davanti alle condizioni del corpo, gli risulta infatti difficile come lo Stato non sia “stato in grado di fare indagini per trovare i colpevoli di questo assurdo delitto”. Ai microfoni di Tgcom24 la madre punta il dito contro la decisione dei giudici “me lo hanno ammazzato due volte. La verità è là dentro. Stefano è entrato sano ed è uscito morto ammazzato”. Dichiarandosi pronta a portare avanti la ricerca dei veri colpevoli, la madre afferma “fino a poco fa avevo fiducia nella giustizia, adesso non ce l’ho più”.

44 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views