Sentenza aborto Usa, cosa succede adesso: in quanti Stati è illegale da oggi e che faranno gli altri
Dopo la bufera, cambia tutto. La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di revocare la sentenza del 1973 sul caso Roe v. Wade, ha cancellato il diritto costituzionale di abortire, lasciando a tutti gli Stati americani la facoltà di decidere se rendere o meno illegale l’interruzione di gravidanza.
Gli Stati in cui sarà illegale abortire
Già oggi ci sono Stati americani in cui l’aborto è illegale, in spregio a un diritto che fino a ieri era sancito costituzionalmente, grazie alle cosiddette trigger law anti abortiste, che entrano in vigore in caso di circostanze particolari come la decisione di ieri della Corte Suprema. Si tratta di Alabama, Mississippi, Louisiana, Oklahoma, Texas e Utah, Idaho, Wyoming, North e South Dakota, West Virginia, Missouri, Arkansas, Kentucky e Tennessee. A loro si dovrebbero aggiungere nel prossime settimane anche Arizona, Ohio, Georgia, Florida e South Carolina, per un totale di venti Stati su cinquanta. Due soli dei quali – Luisiana e Kentucky – hanno un governatore democratico.
La risposta di Stati e aziende pro Choice
Nel resto degli Usa, tra gli Stati a favore della scelta individuale delle donne, non si è fatta attendere una risposta netta contro la decisione della Corte Suprema. Il governatore del New Jersey, il democratico Philip Murphy ha già dichiarato di essere pronto a ospitare le donne in arrivo dagli Stati anti aborto, proteggendole, se necessario, con le forze dell’ordine. Mentre il repubblicano Charlie Baker, governatore del Massachusetts, uno dei pochi repubblicani “pro choice”, ha subito firmato un ordine esecutivo per proteggere le strutture sanitarie che accoglieranno le gestanti in arrivo da altri Stati. Diverse aziende come Apple, Amazon, Disney, Meta, Microsoft, Starbucks copriranno infine le spese di viaggio delle dipendenti costrette a spostarsi per interrompere la gravidanza.