Senegalese pestato dai colleghi: tornava dai funerali di Firenze
Un senegalese è stato pestato e insultato da alcuni colleghi di lavoro. E' accaduto a Buccinasco, periferia ovest di Milano, nei magazzini della Sda, dove la vittima dell'aggressione lavora come padroncino. Tra il senegalese, Mouhamadou Diop, e alcuni colleghi vi è stata prima un'aggressione verbale, con insulti quali "Sei un negro bastardo, devono bruciarvi vivi", poi uno scontro fisico, per il quale la vittima ha riportato diverse ferite. L'aggressione è avvenuta il 16 dicembre scorso, quando Mouhamadou faceva ritorno da Firenze, dove aveva fatto visita alle famiglie dei due connazionale uccisi, tre giorni prima, da un estremista di destra, Gianluca Casseri.
"A Firenze dovevano ammazzarvi tutti"
Mouhamadou Diop è nato in Senegal ma vive in Italia da più di 25 anni. Manteneva moglie e tre figli grazie al lavoro di padrocino che svolgeva presso la cooperativa di trasporti ‘Sda' di Buccinasco, periferia a ovest di Milano. Il 16 dicembre scorso l'uomo tornava da Firenze, dove aveva fatto visita alle famiglie dei due senegalesi brutalmente assassinati da Gianluca Casseri, un killer estremista che si tolse la vita dopo la sparatoria. Ritornato al lavoro, Mouhamadou venne insultato senza alcun motivo apparente: "Stavo sistemando alcuni pacchi danneggiati con il nastro adesivo quando Marco C., incaricato di Sda al controllo merci, comincia ad insultarmi intimandomi di non toccare lo scotch". Da qui, pesanti ingiurie ai danni del senegalese: "Non nominare il mio nome perchè sei un negro bastardo. A Firenze dovevano ammazzarvi tutti quanti". Mouhamadou cercò di non dare adito alla provocazione e si limitò a dare al collega del razzista. A quel punto intervenne un'altra persona presente in stanza che aveva ascoltato l'alterco, Calogero: "Io sono più razzista di lui, negro di m..da, io ti ammazzo!". Poco dopo l'insulto, tra i due iniziava una colluttazione fisica, uno scontro cui nessuno, presente in quel momento, prestò attenzione. "Dopo avermi spinto, ha iniziato a colpirmi con dei pugni in faccia così violenti da farmi sbattere la testa e facendomi perdere i sensi", ha raccontato l'uomo.
Il capo: "Solo scaramucce tra colleghi"
In seguito all'aggressione verbale e fisica subìta dai colleghi, Mohamadou decise di denunciare l'accaduto alle autorità. Un colloquio con il console del Senegal di stanza a Milano fu occasione per presentare a Mohamadou l'avvocato Alfredo Zampogna, che in passato aveva già difeso un altro senegalese vittima di aggressioni a sfondo razziale. Quando Mohamadou, subito dopo l'aggressione, si disse intenzionato a chiamare ambulanza e polizia, il capo, Andrea C., presente durante la rissa, cercò di dissuaderlo, invitando la vittima a perdonare i suoi aggressori e a prestare maggiore attenzione: "Sai che Calogero è un violento, dovevi comportarti di conseguenza", disse Andrea C. a Mohamadou, biasimandolo, quasi, per la strenue difesa agli insulti dei colleghi. Il capo del senegalese cercherà di difendere la reputazione dei colleghi scaricando la colpa a Mohamadou stesso: "Erano giorni che non si presentava in magazzino e quella mattina è arrivato urlando che noi italiani siamo tutti razzisti. Non è stata un'aggressione, ma una scaramuccia fra colleghi, al massimo sarà volato uno schiaffo". Il referto medico, però, mostrerà conseguenze ben diverse da una "scaramuccia tra colleghi": ecchimosi e abrasioni del volto e delle labbra, policontusione, distorsione del rachide cervicale, collare cervicale.