“Sei tu Fleximan, facciamo un selfie”, parla Enrico Mantoan, ex Forza Nuova, accusato di tagliare gli autovelox
"Dopo la diffusione delle mie foto sui giornali e alla tivù, molti mi riconoscono al bar e per strada, mi fotografano, mi chiedono addirittura un selfie". Enrico Mantoan è l’uomo accusato di essere Fleximan. 42 anni, residente in Polesine ma nato a Padova, con un passato in ‘Forza Nuova' è sospettato di almeno 5 episodi degli 8 attentati ai rilevatori di velocità collocati lungo le strade della provincia di Rovigo.
L'uomo ha deciso di rompere il silenzio dopo l’eccessivo clamore di questi giorni nei confronti delle indagini che lo riguardano. "Mi hanno chiesto di partecipare a trasmissioni televisive, mi vogliono in radio, mi inseguono per intervistarmi. Mi sembra tutto così irreale e strano. Stanno semplicemente facendo delle indagini e io sono semplicemente indagato, nulla di più", dice in un'intervista a Libero.
Ma afferma pure che non tutti l'hanno presa bene. Sarebbe stato infatti costretto a cambiare casa, per quanto il fatto di essere additato come mostro non lo stupisca: "È il modus operandi di fare informazione da parte della sinistra". Dice anche di aver dato mandato all’avvocato di querelare chi lo ha chiamato bandito. E che questa pressione mediatica "è il prezzo che si subisce quando sei di destra. Per la stampa di sinistra sono un criminale, un bandito. Poco gli importa del fatto che io sia semplicemente un indagato. Per loro, evidentemente, io già merito una condanna per il solo fatto di essere dalla parte sbagliata".
Mantoan è stato beccato per il ‘taglio' dello scorso 3 febbraio a Rosolina: le telecamere di videosorveglianza del comune vento lo avrebbero immortalato lungo la statale 309 (Romea), all’altezza del chilometri 71,760 mentre si avvicina all’autovelox e ne recide la base.
Quando qualche giorno fa i carabinieri si sono presentati a casa sua per la perquisizione "sono stati molto gentili e mi hanno chiesto di consegnare il cellulare. Hanno sequestrato un cellulare e due tablet. Sui giornali e in televisione sono state dette tante inesattezze e falsità. Nessun sequestro di attrezzi o arnesi. Alcuni giornali hanno persino parlato di una mia confessione, ma è assolutamente falso".
E parla pure degli autovelox: "Nella maggior parte dei casi si tratta di strumenti utilizzati unicamente per fare cassa, non certo per tutelare la sicurezza. Se l’obiettivo fosse realmente la sicurezza, i Comuni si impegnerebbero in primis nella manutenzione delle strade, che rimangono piene di buche e non vengono asfaltate".