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Matteo Messina Denaro

Sei indagati dopo la scoperta di un condominio in cui si nascondeva Matteo Messina Denaro

Dopo la scoperta del condominio, nel centro di Mazara del Vallo (Trapani), frequentato fino all’ottobre del 2022 dal boss di Cosa Nostra, sei persone sono state iscritte nel registro degli indagati.
A cura di Davide Falcioni
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Sei persone sono state iscritte nel registro degli indagati nell'ambito dell'ultima tranche dell'inchiesta sulla latitanza di Matteo Messina Denaro avviata dopo la scoperta del condominio, nel centro di Mazara del Vallo (Trapani), frequentato fino all'ottobre del 2022 dal boss di Cosa Nostra e dalla sua amante, Lorena Lanceri.

Nel corso di complessi accertamenti effettuati dopo l'arresto del capomafia, confrontando gli spostamenti dell'auto da lui impiegata e analizzando i suoi tabulati telefonici, polizia e carabinieri sono giunti la scorsa settimana ​​al complesso immobiliare. Due delle chiavi sequestrate a Messina Denaro e alla Lanceri aprivano infatti il cancello del condominio, altre due, trovate alla sorella Rosalia Messina Denaro e al geometra Andrea Bonafede, l'uomo che ha prestato l'identità all'ex latitante, aprivano invece due box.

Ingresso garage
Ingresso garage

In uno di questi garage, collegato ad altri, c'era un materasso, nell'altro era stato ricavato un appartamento che, secondo gli investigatori, sarebbe stato un nascondiglio di fortuna usato in caso di necessità da Messina Denaro.

I primi a finire nel mirino degli inquirenti sono stati i due fratelli proprietari dei due locali, Sabrina e Giuseppe Caradonna. A casa della donna è stata, inoltre, trovata una pistola di proprietà del marito, Giuseppe Di Giorgi, che è stato fermato per favoreggiamento aggravato, procurata inosservanza della pena e detenzione illegale di arma. L'arma aveva la matricola contraffatta che corrisponde a quella di un carabiniere della Dia che è stato interrogato nei giorni scorsi. Il fermo di Di Giorgi è stato convalidato.

Nello stesso condominio un appartamento sarebbe stato frequentato dalla maestra Laura Bonafede, altra donna sentimentalmente legata al boss, attualmente detenuta, che avrebbe fornito l'indirizzo dell'immobile in alcune pratiche della scuola. I proprietari della casa sono indagati.

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