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Sei anni fa l’omicidio di Pamela, Luca Traini scrive alla mamma su un tricolore: “Uniti per sempre”

Luca Traini, condannato per strage aggravata dall’odio razziale, ha inviato un messaggio scritto su una bandiere italiana ad Alessandra Verni, madre di Pamela Mastropietro.
A cura di Davide Falcioni
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"Ti ho visto nelle cose belle della vita, nella gioia, nell’amore del tuo sorriso riconosco una cara amica, uniti per sempre dal dolore, legati dall’amore. Un bacio Pamela. Un bacio Alessandra. By Lupo". Sono le parole scritte da Luca Traini su una bandiera italiana fatta recapitare ad Alessandra Verni, madre di Pamela Mastropietro, nel giorno del sesto anniversario dall’omicidio della ragazza a Macerata. Per quel delitto la scorsa settimana la Corte di Cassazione ha confermato la condanna all'ergastolo per Innocent Oseghale.

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Luca Traini invece è stato condannato a 12 anni di carcere per strage aggravata dall'odio razziale: il 3 febbraio del 2018, infatti, l'estremista di destra – in passato candidato con la Lega – aprì il fuoco contro immigrati scelti a caso nel centro di Macerata ferendo sei di loro, un atto che la Cassazione ha stabilito essere stato commesso "senza alcuna ragione di scelta che non sia, appunto il colore della pelle", un comportamento dalla "obiettiva connotazione di odio razziale". Per i giudici della prima sezione penale, quello di Traini è stato un "reato di estrema gravità" commesso da una persona di "spiccatissima pericolosità sociale".

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Il tricolore donato da Traini a Verni è stato comunque mostrato durante la fiaccolata che si è svolta a Roma. "Questa è una fiaccolata di condivisione, di pensieri, preghiere, di rispetto e di amore" – ha detto la madre di Pamela, scortata da decine di ragazze e ragazzi, amici della 18enne e cittadini comuni che hanno voluto patrtecipare al corteo in piazza Re di Roma.

Il 30 gennaio 2018, la 18enne romana Pamela Mastropietro venne stuprata, accoltellata e fatta a pezzi da Innocent Oseghale. I due si erano incontrati per la prima volta, poco prima, ai giardini Diaz. Fu il nigeriano, condannato in via definitiva all’ergastolo per stupro e omicidio, a cedere una dose di eroina a Pamela convincendola poi a seguirlo nella sua casa. Lì l’aveva violentata, accoltellata e fatta a pezzi prima di tentare di disfarsi dei suoi resti, nascondendoli in due trolley, ritrovati il giorno dopo lungo una strada di campagna.

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