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Sebiorec, napoletani avvelenati dalla diossina delle discariche. Uno studio lo conferma

Diossina di tipo “Seveso” e acque contaminate da arsenico, cadmio, mercurio e sostanze tumorali come i Pcb: ecco lo stato di salute della Campania fotografato dallo studio Sebiorec.
A cura di Alessio Viscardi
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L'emergenza rifiuti in Campania non è mai finita e i cittadini della regione che si estende dalle pendici del Vesuvio sono contaminati da elevati livelli di diossina (simile a quella sprigionatasi dall'incidente del Seveso) mentre le falde acquifere contengono arsenico, cadmio, mercurio, piombo e le pericolosissime sostanze tumorali definite Pcb. I picchi dell'avvelenamento nei comuni limitrofi alle discariche e all'inceneritore di Acerra. Ecco gli allarmanti risultati dello studio Sebiorec, tenuto nascosto in Regione Campania e pubblicati oggi da L'Espresso.

Il rapporto Sebiorec è uno degli studi epidemiologici con biomarcatori più importanti condotti in Italia e – sebbene nel rapporto si legga che “i livelli di esposizione non sono tali da giustificare uno stato d'allarme sanitario” – i dati sono tutt'altro che rassicuranti. Il rapporto Sabiorec venne commissionato nel 2007 dallo staff dell'allora presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino. Costato 250 mila euro, i suoi dati sarebbero pronti dallo scorso dicembre: 115 scienziati e medici hanno elaborato le informazioni raccolte sul campo, si tratta di personale dell'Istituto Superiore della Sanità e del Cnr, nonché del Registro Tumori Campania e delle Asl territoriali.

Ciò che si legge ha dell'allarmante, interi quartieri di Napoli – come Pianura, teatro di violenti scontri nel 2007 contro la riapertura della discarica di Contrada Pisani, nella quale alcuni tecnici inviati per eseguire rilevazioni sono dovuti fuggire via per i livelli di inquinamento “incompatibili con la vita animale” – risultano contaminati da diossina di “tipo Seveso”, il più pericoloso agente inquinante capace di insinuarsi all'interno degli alimenti.

Sono stati analizzati i campioni di sangue di 900 campani e 60 campioni di latte materno, tutti provenienti da 16 comuni della Campania, tra le province di Napoli e Caserta. In particolare, nel paragrafo intitolato “Possibili esposizioni anomale” vengono indicati sei comuni con elevate quantità di fattori inquinanti, da bonificare assolutamente: a Villaricca e Qualiano è stato rilevato arsenico nelle acque utilizzate per l'alimentazione, in misura minore anche a Caivano e Brusciano. A Giugliano, invece, l'acqua è contaminata da mercurio, mentre a Pianura si registrano i picchi per avvelenamento da diossina tipo 2,3,7,8-Tcdd. Si tratta di territori in cui insistono discariche, legali e abusive, che per anni sono state oggetto delle denunce dei comitati di salute cittadini. A Nola, invece, si registrano picchi di Pcb dagli effetti tumorali. L'allarme diossina in Italia lanciato qualche mese fa, per la contaminazione degli alimenti, sarebbe fondato.

Il lato più inquietante dello studio Sebiorec è che viene tenuto segreto nei cassetti della Regione Campania e i cittadini non sono mai stati messi al corrente delle sue risultanze. Se davvero nei dati presentati dagli scienziati dell'Iss e del Cnr non c'è nulla di preoccupante, perché il sito internet che dovrebbe raccoglierli non è mai entrato in funzione?

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