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Sea Watch sotto fermo amministrativo a Palermo: “Pretesti che fanno morire persone in mare”

Sea Watch 4 fermata in porto a Palermo, la nave della Ong è sotto fermo amministrativo delle autorità italiane. “Decisione che avrà conseguenze devastanti per chi in mare avrà bisogno di assistenza e porterà inevitabilmente a un maggior numero di vittime” denunciano da Medici senza frontiere che con un suo team sanitario a bordo della nave partecipava alla operazioni di recupero dei naufragi nel Mediterraneo.
A cura di Antonio Palma
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“Era ciò che ci aspettavamo dopo un’ispezione il cui chiaro scopo era quello di trovare delle motivazioni pretestuose per impedirci di tornare a salvare vite” così la Ong Sea Watch ha annunciato il fermo della sua imbarcazione salva migranti da parte delle autorità italiane. La nave, la Sea Watch 4, è stata bloccata domenica a Palermo ed ora è attraccata al porto del capoluogo siciliano sotto fermo amministrativo. “Ancora una volta, un uso strumentale del diritto marittimo nasconde la decisione politica di impedire alle navi umanitarie di salvare vite in mare,” denunciano dall’organizzazione umanitaria, sottolineando che la Sea Watch 4 è la quinta nave umanitaria a essere fermata in appena cinque mesi in Italia.

Secondo Medici senza frontiere, che con un suo team sanitario a bordo della nave partecipava alla operazioni di recupero dei naufragi nel Mediterraneo e alla loro assistenza, si tratta di una “decisione che avrà conseguenze devastanti per chi in mare avrà bisogno di assistenza e porterà inevitabilmente a un maggior numero di vittime". “Mentre assistiamo i nostri pazienti a bordo, è devastante sapere che i governi europei stanno facendo tutto quello che possono per impedire alle persone di ricevere assistenza e cure salvavita” ha aggiunto Barbara Deck, coordinatrice medica di Msf a bordo di Sea Watch 4.

Il fermo di tute queste imbarcazioni di soccorso "suggerisce che il Patto europeo sulla migrazione, il cui lancio è previsto per il 23 settembre, confermerà, dal Mediterraneo al campo di Moria in Grecia, le politiche europee che trattengono, respingono e abbandonano sistematicamente le persone" accusano ancora da Medici senza frontiere chiedendo che la Sea-Watch "venga urgentemente rilasciata perché possa riprendere le attività di ricerca e soccorso salvavita nel Mediterraneo centrale” e che “finiscano gli attacchi contro le organizzazioni che cercano di fornire assistenza a persone disperate".

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