“Se la sono meritata”, nei biglietti di Renzo Tarabella la conferma dell’odio verso i vicini
"Se la sono meritata". Eloquente il testo dei biglietti lasciati da Renzo Tarabella nel suo appartamento in corso Italia a Rivarolo Canavese, nel palazzo dove tra sabato e domenica ha ucciso quattro persone: la moglie Maria Grazia, il figlio Wilson e i coniugi Liliana e Osvaldo Dighera, vicini di casa. A riportarlo è il Corriere della Sera. Chiaro è, visto il messaggio, che l'83enne provasse rancore e odio contro la famiglia Dighera, e questo lascia intendere la volontà di togliere loro la vita. Non sarebbe stato dunque un “trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato”. I motivi che però hanno spinto a rivolgere la sua furia omicida anche nei confronti dei vicini non sono chiari. Forse la gelosia verso quella che considerava come una famiglia perfetta, a differenza della sua che aveva dovuto fare i conti sempre con le difficoltà, a partire dai problemi psichici e motori del figlio. Forse il rancore verso Osvaldo per non averlo più aiutato con Wilson dopo la nascita della nipote.
E mentre proseguono le indagini, Renzo Tarabella è ricoverato all'ospedale San Giovanni Bosco. Ieri mattina ha subito una lunga operazione; non ha subito lesioni ad organi vitali, e c’è una buona probabilità che sopravviva, anche se al momento è ancora in prognosi riservata. Gli investigatori sperano di poterlo interrogare già nei prossimi giorni. L'uomo deve rispondere omicidio plurimo aggravato. Le autopsie sui quattro cadaveri invece saranno svolte a breve dal medico legale Roberto Testi. I risultati potranno dare le risposte sui tempi e le dinamiche che servono agli inquirenti per fare chiarezza sul massacro di Rivarolo, una città ancora sotto choc per quanto è accaduto, e che si stringe attorno alle due famiglie, entrambe vittime del delirio di un uomo.