“Scusate, non riesco a parlare”, la voce di Stefano Cucchi su Facebook
“Buongiorno sono Cucchi Stefano, nato a Roma il primo ottobre 1978..’78…scusate, non riesco a parlare tanto bene”. Una voce visibilmente sofferente quella del 31enne romano – morto in circostanze ancora mai chiarite, durante la custodia cautelare il 22 ottobre 2009 – registrata in un audio ora condiviso sui social network dalla sorella Ilaria. “A Stè…che t'agiti fare??!! Tanto te stanno mannando a prescrizione! Mori e taci. E non rompere", commenta su Facebook la donna, chiedendo ancora una volta giustizia per il fratello. "Ma fratello mio, questa si può chiamare davvero Giustizia? Ma cosa c’è di giusto in tutti questi lunghissimi anni?", si chiede sul suo profilo social, facendo riferimento ad "assoluzioni per insufficienza di prove, annullamenti, perizie astruse e fasulle, astensioni, rinvii, ancora annullamenti, eccessivi carichi di lavoro, prescrizione emendatrice di ogni colpa e misfatto". "E poi qualche buontempone propone di allungare i tempi per la prescrizione come soluzione di ogni problema – aggiunge Ilaria – Si allungheranno solo ancor di più i tempi dei processi". "Sono sempre di più i cittadini in attesa di Giustizia. Vero Donata Bergamini?", conclude, tirando in ballo la sorella dell'ex calciatore del Cosenza ‘Denis', per la cui morte è stata aperta una nuova inchiesta, che ha portato alla riesumazione della salma.
E da un’altra conversazioni intercettata sarebbe emersa la volontà dei carabinieri indagati (e adesso imputati) di concordare una difesa "armonica", come si legge sul Messaggero. Un particolare emerso durante una udienza del “Processo bis per la morte di Stefano Cucchi” che ha portato cinque carabinieri a rispondere davanti alla Corte d’assise. Il 31enne romano è deceduto all’ospedale romano Pertini l’ottobre 2009, una settimana dopo il suo arresto per droga. Sembra «emergere in maniera oggettiva il timore che potessero essere intercettati». Nella conversazione marito-ex moglie si nota come il carabiniere “cerca di ridimensionare tutto”. Non solo. Come sottolineava Il Messaggero qualche giorno fa c’è un altro elemento su cui bisogna fare chiarezza: il mancato fotosegnalamento di Cucchi nel momento successivo all’arresto. “Dagli atti trasmessi dal Comando provinciale dei carabinieri – ha dichiarato Signoretti – emergono una serie di anomalie. Dal registro non compare il nome di Cucchi, ma osservando il documento controluce emerge il suo nome cancellato col bianchetto e che non era stato fotosegnalato perché ‘soggetto che inveiva contro gli operanti’”. Il processo bis riprenderà il prossimo 1 marzo.