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Covid 19

Scuole chiuse per Coronavirus, il ministro Azzolina: “Ipotesi lezioni a luglio da escludere”

Il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in una intervista a Fanpage.it ha parlato della situazione della scuola italiana durante l’emergenza Coronavirus: “Quando riapriranno? Quando le autorità sanitarie ci diranno che non ci sono rischi. Abbiamo intanto escluso la presenza nelle aule a luglio. Ai docenti e a tutto il personale dico grazie per gli sforzi titanici di questo periodo. Saranno tutti capitalizzati. La scuola sta dando molto al Paese”.
A cura di Ida Artiaco
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Le scuole resteranno chiuse ancora per un po' a causa dell'emergenza Coronavirus. I tempi non sono ancora stati decisi, il governo sentirà il parere del comitato tecnico-scientifico prima di procedere con ulteriori provvedimenti, ma ciò che è certo è che non si tornerà a breve sui banchi e che il Miur è al lavoro per consentire a studenti ed insegnanti di continuare a svolgere il proprio lavoro a distanza. È quanto ha illustrato il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina che, nel corso di una intervista rilasciata a Fanpage.it, ha fatto il punto della situazione del sistema scolastico italiano alle prese con la pandemia da Covid-19, dall'esame di Maturità alla didattica online fino alla situazione dei docenti precari.

Ministro Azzolina, si parla da tempo di varie ipotesi sulla riapertura delle scuole dopo l’emergenza Coronavirus. Crede che gli studenti riusciranno a tornare sui banchi prima del prossimo mese di settembre?

"Gli studenti e il personale torneranno a scuola quando le autorità sanitarie ci diranno che non ci sono rischi. L’importante è lavorare su tutti gli scenari possibili".

Si è già detta contraria all’uso del 6 politico a fine anno. Tuttavia i docenti denunciano difficoltà nella valutazione esclusivamente da remoto degli studenti. Che soluzione pensa di adottare il Miur al riguardo?

"Ci sono indicazioni che abbiamo già dato, altre le comunicheremo a breve. Il percorso di uno studente è un percorso lungo, che è iniziato a settembre e, se parliamo dei maturandi, è iniziato cinque anni fa. Ho piena fiducia negli insegnanti che conoscono bene i propri studenti e sono perfettamente in grado di valutarne l’apprendimento".

Il Miur ha incentivato la didattica a distanza. Alcuni istituti ci stanno riuscendo, altri, no soprattutto al Sud, dove mancano spesso pc e connessione internet alle famiglie. Avete modo di verificare che tutti facciano il proprio lavoro? Come?

"Ci sono realtà eccellenti anche al Sud. Ma diciamo che, alla fine di questa emergenza, sarà necessario riflettere sul perché, dopo anni di investimenti sul digitale, non tutte le scuole sono allo stesso passo. Forse quei soldi non son stati spesi bene o non c’è stata una regia sufficiente. Molti problemi vengono dal passato, ci rifletteremo. La scuola, tuttavia, sta reagendo. Tanti docenti partecipano a corsi di formazione online. Non tutto è perfetto, ma ora il nostro compito è non abbandonare i ragazzi".

Sempre a proposito della didattica online, attualmente ogni scuola fa a modo suo, usando piattaforme diverse e metodi diversi, e non esiste neppure un "controllo" sul lavoro…

"In Italia esiste l’autonomia scolastica, non possiamo invocarla solo quando ci conviene. Ed esiste la libertà di insegnamento. Come Ministero non siamo stati comunque a guardare. Abbiamo attivato, già a fine febbraio, un sito per la didattica a distanza, che prima non esisteva, con piattaforme e materiali. Abbiamo attivato una sezione anche per gli alunni con disabilità. Abbiamo stanziato 85 milioni per le piattaforme della didattica a distanza, ma, soprattutto per far sì che le scuole possano dare pc e tablet ai ragazzi meno abbienti. E per le scuole del I ciclo ci sono mille assistenti tecnici informatici in più che stiamo assumendo per l’emergenza: daranno una mano ai docenti."

Anche se è salva la validità dell’anno scolastico, si è già pensato a come recuperare, almeno in parte, le ore in aula perse?

"Dobbiamo stimolare la didattica a distanza come stanno facendo tutti gli altri Paesi europei che hanno chiuso le scuole. Poi, con una buona programmazione, gli insegnanti riusciranno a riprendere il percorso scolastico in aula. Abbiamo intanto escluso la presenza nelle aule a luglio".

È ormai questione assodata che non si realizzeranno più attività di Alternanza scuola lavoro per gli istituti che non li hanno realizzati prima di marzo e così non si faranno più i Test Invalsi: entrambe le attività oggi sono necessarie per l'ammissione all'Esame di Stato di quinta superiore. Può confermare questa indiscrezione?

"Tempo al tempo. Ogni decisione sarà comunicata in modo ufficiale, a breve, appena formalizzata".

Sulla Maturità ha annunciato che ci sarà una commissione con membri interni. Si sa qualcosa in più sulle prove? In particolare, si vociferava della possibilità di abolire quella di indirizzo?

"Il tema degli Esami è delicato. Riguarda mezzo milione di studenti e le rispettive famiglie, più tutti gli insegnanti coinvolti. Intanto abbiamo dato l’annuncio, atteso, sulla commissione interna che dà garanzie ai ragazzi di essere valutati per ciò che hanno realmente appreso. Poi stiamo lavorando ad altre soluzioni che comunicheremo al più presto".

Pochi giorni fa è stata pubblicata l’ordinanza di mobilità di docenti e personale scolastico. Molti di loro denunciano l’impossibilità di completare la domanda perché gli uffici di consulenza sono chiusi. In che modo possono risolvere questo problema? Avete pensato di posticipare il tutto?

"Nei primi due giorni di apertura delle domande ne sono arrivate più dello scorso anno. E abbiamo attivato una funzione che consente di dare la delega per effettuarla. Si potrà quindi avere il supporto, anche a distanza, dei sindacati, come è sempre avvenuto. Non registriamo problemi al momento. Abbiamo anche degli help desk regionali. Non fare la mobilità avrebbe significato negare diritti e non avviare le procedure per il prossimo anno scolastico. Ritardare la mobilità, o non farla, avrebbe impedito anche le immissioni in ruolo per i precari e non avrebbe consentito un buon avvio dell'anno scolastico a settembre".

Cosa ne sarà dei precari quando tutto questo sarà finito?

"Manterremo gli impegni già assunti. I precari sono una parte importante della scuola. L'ho sempre detto e lo sostengo ancora. Stiamo lavorando a far sì che i concorsi ad essi dedicati, il concorso straordinario e quello ordinario, possano svolgersi non appena le condizioni lo permetteranno". 

Che messaggio vuole lanciare a studenti e docenti?

"Ai docenti e a tutto il personale dico grazie per gli sforzi titanici di questo periodo. Saranno tutti capitalizzati. La scuola sta dando molto al Paese. Ai ragazzi dico: abbiate fiducia nei vostri insegnanti".

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