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Scuola: ragazze più brave dei loro coetanei, ma deboli in matematica

Secondo un rapporto Ocse sull’uguaglianza nella scuola le 15enni hanno risultati migliori dei maschi, ma si trovano più in difficoltà con matematica e scienze spesso per mancanza di fiducia nelle loro capacità.
A cura di Susanna Picone
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Le ragazze a scuola sono più brave dei loro colleghi maschi ma l’obiettivo di diventare ingegnere, tecnico delle costruzioni, programmatore o esperto informatico in Italia resta una cosa da uomini. Questo perché, anche se più preparate, le donne restano “deboli” in matematica e scienze, soprattutto per mancanza di fiducia nelle proprie capacità. È quanto emerge dal rapporto Ocse sull’uguaglianza nella scuola. Secondo questi dati, solo il 5% delle ragazzine di quindici anni si aspetta di lavorare in uno di questi ambiti nel futuro, mentre tra i maschi la percentuale supera il 20%. A scuola le donne hanno risultati migliori dei loro coetanei e in Italia, in particolare, il gap tra il risultato medio generale delle ragazze e dei ragazzi è di 18 punti, secondo i dati Pisa 2012.  Questo però se, appunto, non si considera la matematica. In questo caso, infatti, la situazione si inverte: la percentuale di top performer è nettamente più elevata tra i maschi che tra le femmine, con un gap di 5 punti percentuali, il sesto più ampio tra i Paesi Ocse.

Le ragazze sono più brave ma provano ansia per la matematica – Una differenza che secondo l’Ocse “non ha alcuna motivazione innata”, come prova il fatto che ci sono Paesi in cui le donne hanno risultati uguali o migliori dei coetanei maschi in matematica. La spiegazione sta piuttosto nelle sensazioni sulle proprie abilità degli studenti. Le ragazze, insomma, credono meno nelle proprie capacità in matematica e scienze e sono afflitte da una maggiore ansia per la matematica. Nell’insieme dei Paesi Ocse, le alunne che dicono di non essere brave in matematica sono il 50% mentre i ragazzi sono il 37%, quelle invece che ritengono di imparare in fretta in questa materia sono il 45%, contro il quasi 60% dei maschi. “Questi dati suggeriscono – conclude lo studio – che le disparità di genere in fiducia, motivazione e autostima sono più pervasive e fermamente radicate di quelle nei risultati”.

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