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Scuola, in arrivo i test di valutazione per gli istituti

I test consentiranno ai familiari degli studenti di valutare gli istituti e scegliere quelli migliori.
A cura di Davide Falcioni
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Gli insegnanti possono tirare un sospiro di sollievo: la possibilità, più volte ventilata, di un incremento dell'orario di lavoro a 36 ore settimanali non è in agenda. A renderlo noto è stato il Ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, che è arrivata a congelare il suo sottosegretario Roberto Reggi che aveva spinto sull'ipotesi. Mezzo milione di docenti, che erano in apprensione, possono quindi stare tranquilli. In programma, invece, c'è la valutazione d'istituto, che dovrebbe iniziare a settembre: si tratta d una sorta di "pagella" di cui dovrà dotarsi ogni scuola e che servirà ad aiutare le famiglie degli studenti al momento della scelta della scuola che devono frequentare i figli.

Da settembre gli istituti dovranno elaborare un "Piano di valutazione" basato sia sui risultati dei test Invalsi che su altri dati messi a disposizione dal Ministero: sarà così possibile individuare punti forti e criticità. Ogni scuola dovrà quindi approntare un "piano di miglioramento" da elaborare con il supporto dell'Indire – (l'Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) – allo scopo di "riparare" i punti critici emersi col Piano di valutazione. Dopo avere atteso gli interventi contenuti nel Piano di miglioramento, arriverà la cosiddetta Rendicontazione dei progressi fatti che prevede anche il controllo esterno da parte degli ispettori ministeriali.

Le modalità non sono ancora del tutto chiare, ma appare certo che la valutazione si concluderà nel 2018. Nelle prossime settimane un gruppo di lavoro selezionato allo scopo presenterà al primo ministro Matteo Renzi un piano d'azione più dettagliato che, stando a quanto trapela, prevede anche la valutazione dei dirigenti scolastici più bravi, che verrebbero premiati. Su questo punto, tuttavia, al momento vige il più assoluto riserbo: già la Gelmini ci provò, ma si trovò contro tutta la categoria degli insegnanti e fu costretta ad abbandonare l'idea.

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