Scuola: in arrivo i test d’ingresso anche per accedere al liceo
Una delle ultime polemiche nel mondo della scuola italiana era stata quella degli studenti (e non solo) schierati contro la proposta di Francesco Profumo di anticipare i tradizionali test universitari nel mese di luglio, dunque a ridosso dell’esame di maturità. Un problema, quello dei test d’ingresso, che ora rischia di riguardare anche gli studenti più giovani, quelli che prima dell’università devono ancora accedere al liceo. Ci sono alcune scuole, tra licei e istituti tecnici, che hanno infatti già fissato diverse prove tra gennaio e febbraio (scritti di matematica, di italiano, di lingue, di logica e musica) destinati a chi sta frequentando la terza media e si trova a scegliere la scuola successiva. Si tratta di una idea, che non può non far discutere, pensata da molti presidi per far fronte al boom di iscritti. Perché, insomma, anche nei licei non c’è spazio per tutti e con i test d’ingresso è possibile avere “studenti migliori”. I risultati di tali prove serviranno ai presidi delle scuole superiori per selezionare i propri iscritti in base al merito e alle attitudini. Il quotidiano La Repubblica riporta oggi alcuni esempi di scuole che stanno adottando tali iniziative per contrastare le numerose iscrizioni.
“Denunceremo le scuole che allestiscono test d’ingresso per le superiori” – C’è, ad esempio, l’Istituto tecnico e liceo di scienze applicate Fermi di Mantova dove la preside Cristina Bonaglia si è giustificata dicendo che “trenta alunni per ognuna delle prime classi sono troppi”. Per questo motivo è necessario fare come all’università: prova di ammissione e numero chiuso. “Useremo – dice la preside – il criterio della meritocrazia come già deciso il consiglio d’istituto, invito i genitori a non allarmarsi”. E Mantova è solo l’ultimo caso di una serie di scuole superiori che ha già deciso di inserire i test d’ingresso. E molte scuole non parlano dei test solo per una necessità “pratica”, insomma per i troppi iscritti, ma anche per fare in modo che le classi possano essere omogenee, per non rallentare dunque il percorso dei migliori. Repubblica riporta anche il caso del convitto Umberto I di Torino i cui test si sono svolti “per motivare maggiormente i futuri alunni del liceo”. Intanto, contro tutto questo, si scaglia la Cgil scuola che con la segretaria nazionale Gianna Fracassi attacca: “Siamo pronti a denunciare le scuole che allestiscono test d’ingresso per le prime superiori. Siamo in piena scuola dell’obbligo e ogni criterio meritocratico, qui, è solo un danno per gli alunni”.