Scuola ferma la proiezione del film “Pantaloni rosa” contro l’omofobia: “Ragazzi potrebbero non capire”
“Nessun rifiuto e nessun dubbio sul tema trattato nel film: anzi, lo riteniamo molto interessante per i ragazzi. La questione è che si tratta di studenti giovanissimi, ci andranno in un secondo momento”, così la preside della scuola media Augusto Serena di Treviso ha gettato acqua sul fuoco delle polemiche dopo la mancata adesione alla proiezione del film "Il ragazzo dai pantaloni rosa" sul tema del bullismo in classe e dell’omofobia.
A stoppare la visione del film, tratto da una storia vera di un 15enne romano, Andrea Spezzacatena, suicida dopo essere stato vittima di bullismo e cyberbullismo, era stato un gruppo di genitori sostenendo che i temi trattati dalla pellicola non erano adatti a ragazzini di 11-12 anni della scuola trevigiana. Un appello raccolto da docenti e preside dell’istituto che hanno disdetto la prenotazione per la proiezione mattutina pensata proprio per le scuole in tutta Italia.
Nessuno stop definitivo però ma solo un rinvio. “Riteniamo sia opportuno che gli insegnanti si facciano prima un’idea. Ci sarà anche un lavoro di presentazione per preparare i ragazzi” ha spiegato infatti la Preside ad Avvenire, aggiungendo: “Dobbiamo anche renderci conto che ci possono essere ragazzi che stanno vivendo situazioni simili e dunque non sappiamo che reazioni emotive potrebbe scatenare certe scene”. Il film dunque sarà visto prima dai professori e solo successivamente dagli studenti.
Una decisione contestata sia dal Sindaco di Treviso che dalle associazioni locali che parlano di un momento di confronto mancato. “Evitare di confrontarsi su questi argomenti non credo sia la soluzione” ha dichiarato il primo cittadino.
Proprio durante la proiezione del film dedicata alle scuole e ai giovani, all'interno della Festa del cinema di Roma, un brutto episodio è avvenuto nei giorni scorsi nella Capitale dove la pellicola è stata accolta con applausi di scherno e insulti omofobi all'indirizzo del protagonista sullo schermo da parte di alcuni studenti.