Scuola: all’Invalsi male gli studenti in matematica e inglese, divario tra Nord e Sud
Almeno 1 studente italiano su 3 va male in matematica e in inglese, la comprensione di un testo in italiano è un problema per il 35% dei ragazzi italiani, mentre aumenta il divario tra il Nord e il Sud del Paese, proprio mentre si riaccende la discussione sulla regionalizzazione del sistema scolastico. È questa la fotografia scattata dall'Invalsi, l’ente di valutazione del sistema d’Istruzione guidato da Anna Maria Ajello, che oggi, mercoledì 10 luglio, ha presentato alla presenza, tra gli altri, del ministro dell'Istruzione Marco Bussetti, i dati delle prove che per la prima volta quest'anno sono state svolte anche dagli alunni delle quinte superiori, prima della Maturità 2019, per un totale di circa 2 milioni e mezzo di studenti. I risultati di quest'ultimi non hanno fatto altro che confermare quelli delle terze medie e in parte delle elementari: in sostanza, solo il 65,4% degli studenti raggiunge risultati almeno adeguati in Italiano. Percentuale che scende al 58,2% in Matematica e precipita in Inglese, dove il 51,8% raggiunge il livello B2 nella prova "reading" (lettura) e appena il 35% nella prova "listening" (ascolto).
Prove Invalsi: la scuola italiana divisa tra Nord e Sud
Tra i dati su cui riflettere c'è sicuramente un divario sempre più crescente tra il Nord e il Sud dell'Italia quando si parla di scuola, in particolare di quinta superiore. Qualche esempio? In italiano, le regioni meridionali, in particolare Campania, Sicilia e Calabria fanno segnare picchi negativi rispettivamente più bassi del 14%, del 16% e del 19% rispetto alla già non eccelsa media nazionale. Va ancora peggio, se possibile, con la matematica, in cui il record negativo è segnato ancora una volta dal -21,3% della Calabria, dal -18,6% della Campania e dal -19% della Sicilia. Stesso discorso anche per l'inglese, anche se in questo caso si aggiungono nel novero delle regioni meno preparate anche Basilicata, Molise e Sardegna. Addirittura, sottolinea Ricci, "è come se in Calabria uno studente su quattro non fosse andato a scuola". Sempre secondo gli esperti dell'Invalsi, "il problema dell’equità, in primo luogo fra territori, ma anche fra le scuole e al loro interno, pare essere l’emergenza maggiore. Le differenze sono piccole nella scuola elementare, per crescere alle medie e diventare ancora più rilevanti alle superiori. Risulta evidente che i dati che emergono dalle prove Invalsi chiamano tutti a un forte impegno per migliorare i risultati di apprendimento dei nostri studenti".
Invalsi: gli studenti vanno male in italiano, matematica e inglese
Per quanto riguarda le materie, dalle prove Invalsi, dalle medie alle superiori, è emerso che le materie più temute e meno conosciuto sono tre. La prima è l'italiano: chi va meglio rappresenta solo tra il 15 e il 20 per cento nelle regioni del Nord e sotto il 10 per cento al Sud. Segue poi la matematica: se in terza media tre ragazzi su 5, quindi circa il 61,33 per cento, hanno appreso in maniera sufficiente o di più il programma, alla fine delle scuole superiori sono solo il 58,3 per cento quelli che si possono considerare promossi. "In alcune aree l’impreparazione è tale che è come se un terzo degli studenti non avesse frequentato la scuola: alla fine delle superiori ha conoscenze e competenze della terza media", ha sottolineato Ricci, riferendosi alle regioni del Sud Italia. In questo caso il divario con il Nord comincia a partire dalle scuole elementari. Infine, c'è l'inglese, il cui flop è la vera sorpresa dei dati Invalsi. I programmi ministeriali prevedono, infatti, che i ragazzi escano dalle scuole superiori con competenze al livello B2 in lettura e comprensione orale, ma per quanto riguarda la comprensione orale solo uno studente su tre riesce a raggiungerlo. Tuttavia, migliora lo studio di questa lingua alle elementari: l'88,3% degli allievi della classe quinta raggiunge il prescritto livello A1 del QCER nella prova di lettura (reading) e l'84% di allievi il prescritto livello A1 del QCER nella prova di ascolto (listening), segnando un incremento rispetto al 2018.
Il commento di Bussetti alle Prove Invalsi
"L'Invalsi è uno strumento che consente di avere una foto articolata e dettagliata del nostro lavoro, con consente di analizzare eccellenze e criticità del sistema per realizzare azioni puntuali ed efficaci – è stato il commento del ministro dell'Istruzione Marco Bussetti al termine dalla presentazione del dati Invalsi -. Al Miur siamo convinti dell'importanza della valutazione standardizzata degli apprendimenti che però si deve integrare e affiancare all'insostituibile ruolo della valutazione dei docenti. Dobbiamo portare avanti la valutazione delle attitudini mettendo al centro gli studenti e le loro potenzialità. La scuola deve formare individui autonomi e liberi, cittadini responsabili e consapevoli. Credo sia un obiettivo sul quale abbiamo lavorato. Quest'anno l'illustrazione dei risultati Invalsi presenta motivi di novità e interesse". Infine, ha concluso sottolineando che i risultati dell'indagine offrono "innegabili motivi di preoccupazione".