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Matteo Messina Denaro

Scoperto il covo di Matteo Messina Denaro: dove si nascondeva il boss di Cosa nostra

È stato individuato nel centro abitato di Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, il nascondiglio di Matteo Messina Denaro. Il covo è stato perquisito per tutta la notte.
A cura di Ida Artiaco
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È stato individuato a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, il covo dove si nascondeva Matteo Messina Denaro, il super boss di Cosa Nostra arrestato ieri dopo una latitanza durata 30 anni.

I carabinieri del Ros, insieme alla Procura di Palermo guidata da Maurizio de Lucia, lo hanno individuato al termine di perquisizioni che sono andate avanti tutta la notte. Le ricerche sono state coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Guido, che ha partecipato personalmente alle operazioni. Nelle ricerche i carabinieri hanno impiegato anche delle ruspe e, una volta individuato, l'edificio su di piani è stato setacciato palmo a palmo.

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Il nascondiglio si trova nel centro abitato del Paese siciliano, in via Cb 31, traversa tra il Bar San Vito e il negozio Acqua e Sapone. A Campobello di Mazara per altro risiede anche il favoreggiatore Giovanni Luppino, finito in manette insieme al boss. Non solo. Qui ha la residenza anche Andrea Bonafede, l'uomo che ha prestato, ancora da capire se consapevolmente o meno, l'identità al capomafia.

All'interno sono stati trovati molti abiti di lusso, firmati, diversi profumi, anche questi di lusso, e un arredamento definito "ricercato", ma nessuna arma.

Si ricordi che Campobello è a soli 8 chilometri da Castelvetrano, paese di origine di Messina Denaro e della sua famiglia. La palazzina dove l'ex super latitante si nascondeva è attualmente circondata dalle forze dell'ordine, impedendone l'avvicinamento.

Fonti inquirenti hanno confermato a Fanpage.it che i rilievi sono ancora in corso, mentre continuano le indagini anche sui fiancheggiatori del boss.

"Riteniamo che sia un'abitazione utilizzata con continuità nell'ultimo periodo, un'abitazione di stabile occupazione al cui interno pensiamo di trovare elementi significativi", ha commentato il generale Pasquale Angelosanto, comandante del Ros dei carabinieri.

"Non parlerei di covo, ma della residenza di un soggetto che conduceva una vita tutto sommato normale e che utilizzava l'abitazione per vivere e come punto di partenza per recarsi a Palermo e sottoporsi alle cure, ha invece detto il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia, a SkyTg24.

Il boss ieri mattina, dopo l'arresto avvenuto nella clinica Maddalena di Palermo dove era in cura per un tumore, è stato portato prima nella caserma dei carabinieri San Lorenzo e poi trasferito all'aeroporto militare Boccadifalco, da dove ha raggiunto con un volo speciale il carcere di massima sicurezza. Messina Denaro sarà interrogato nei prossimi giorni dal Procuratore capo Maurizio de Lucia e dall'aggiunto Paolo Guido.

Proprio l'individuazione del covo e la sua perquisizione sono tappe fondamentali nella ricostruzione della latitanza del boss. Inoltre, diversi pentiti hanno raccontato che Messina Denaro era custode del tesoro di Totò Riina, inclusi documenti top secret che il boss corleonese teneva nel suo nascondiglio prima dell’arresto, fatti sparire perché la casa di via Bernini, a Palermo, a differenza di adesso, non venne perquisita subito.

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