Scontro tra treni, indagati 2 capistazione e ferroviere. Procura: “Tre filoni aperti”
Ci sono i primi tre indagati per la strage ferroviaria di martedì in Puglia, in cui hanno perso la vita 23 persone. La procure di Trani ha iscritto nel registro degli indagati tre nomi, in un fascicolo con le ipotesi di reato di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo. Si tratta del personale di Ferrotranviaria in servizio nelle stazioni di Andria Corato la mattina di martedì: i due capistazione, Vito Piccarreta e Alessio Porcelli, sospesi dal servizio da Ferrotramvia, e un ferroviere. Prima di procedere con l'iscrizione il procuratore Francesco Giannella ha costituito un pool di quattro magistrati che con lui indagheranno in ogni direzione. "Dobbiamo scandagliare ogni possibilità, anche per non fare l'errore di fermarci a quello che è accaduto", ha spiegato.
L'indagine
Si procederà su più fronti, con un'indagine divisa in tre fascicoli: Il primo sulla dinamica; il secondo cprenderà in considerazione la sicurezza dei controlli attivi o meno su quella linea, se siano adeguati o no alle normative in vigore; e il terzo mira invece a capire la questione del raddoppio della linea e l'utilizzo dei fondi europei ricevuti in questi anni.
Il primo filone d'indagine, dunque, mira a individuare le singole responsabilità nella catena di controllo che ha autorizzato il treno a partire dalla stazione di Andria. Tra le poche certezze, infatti, c'è che il convoglio partito da quella stazione si è mosso quando non doveva, con il via libera del capostazione. Dopo aver recuperato le scatole nere, gli investigatori della Polfer hanno sequestrato una serie di documenti che serviranno a chiarire i ruoli e le responsabilità: immagini di videosorveglianza, telefonate tra i capistazione, fonogramma. Una cosa è certa: "Il treno che è partito per secondo non doveva partire", ha spiegato Giannella. Circostanza confermata anche dal direttore generale di Ferrotranviaria Massimo Nitti, per il quale "l'unica stazione di incrocio è quella di Andria. Quel treno che scendeva da Andria, lì non ci doveva essere".
La dinamica
Il convoglio ET1023 arrivato alla stazione di Andria alle 11,37 ha avuto il via libera dal capo stazione Vito Piccarreta, secondo i tecnici per una "perturbazione di traffico": a causa di alcuni lavori sulla linea i treni avevano ritardo, e ai due convogli regolari l'azienda ne aveva aggiunto uno supplementare. Sostanzialmente, nell'ora precedente l'impatto, invece di due treni in arrivo da Corato, il capostazione di Andria ne aveva tre, così come comunicato da uno dei fonogrammi. I ritardi però avevano provocato una sovrapposizione di orari, ciricostanza che, assieme ad alcune manovre dei convogli (pare che uno fosse dovuto tornare indietro per far scendere una ragazzina disabile), potrebbe aver confuso Piccarreta, che ha quindi dato il via libera a un treno che non sarebbe dovuto partire: viaggiava con circa quattro minuti di ritardo sulla tabella di marcia e avrebbe dovuto dare "la precedenza" agli altri. E nonostante il capostazione di Andria avesse avvisato i colleghi di Corato alla partenza, nessuno si è accorto. Così dalla stazione di Corato, a nove chilometri di distanza, è partito un altro treno, l'ETR1018. I due convogli percorrono lo spazio che li separa a circa 90 chilometri orari di media, lungo un rettilineo. In ogni caso Nitti ha difeso il "consenso telefonico", sistema di comunicazione e sicurezza basato su un fonogramma. Secondo il dg "è una delle modalità di esercizio che viene regolarmente utilizzata nelle ferrovie". Ma il procuratore Giannella precisa che adesso è il momento di capire: "Ci sono tante cose da vedere e da incrociare".