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Scontro sui costi dell’Rc auto: compagnie contro i consumatori

L’Ania presenta il rapporto sulle assicurazioni italiane nel 2012-2013 affermando che il costo delle assicurazioni sono diminuite rispetto all’anno precedente. Federconsumatori e Adusbef contestano: è falso.
A cura di Laura Murino
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Il rapporto dell'Ania “L’assicurazione italiana 2012-2013” svela che nel 2012 sono calati i sinistri denunciati del 15,3% rispetto al 2011 e calano anche i prezzi dell’assicurazione auto. Anche il costo medio degli incidenti di competenza è diminuito del 9,9%. "Il miglioramento registrato negli indicatori tecnici (nella frequenza sinistri in particolare) – spiega l'Ania all'Agi – ha contribuito al riequilibrio dei conti del ramo e ciò ha cominciato ad avere i propri effetti sulle ‘tariffe' delle compagnie". Il presidente dell'Ania Aldo Minucci ha affermato che lo scorso autunno i prezzi delle Rc Auto "sono tornati a diminuire. In particolare, dal settembre 2012 al maggio scorso il prezzo medio delle coperture e' sceso di circa il 6%". "In altri termini, il premio medio, incluse le tasse – e' calato da 560 a 525 euro, che, moltiplicato per il numero dei veicoli assicurati, determina una riduzione complessiva dei premi pari a 1,5 miliardi di euro". Per Minucci questi dati "sono incontrovertibili e smentiscono le cifre a più riprese diffuse da altre fonti".

L'Ania ha precisato "che a livello di mercato, le ‘tariffe', vale a dire i prezzi di listino, non corrispondono ai prezzi effettivamente pagati per l'acquisto o il rinnovo della polizza r.c. auto e rappresentano unicamente i prezzi massimi di riferimento per tipologia di rischio. Pertanto, la loro variazione non fornisce un'indicazione attendibile sulla variazione della spesa reale dei consumatori, in quanto i prezzi di listino non considerano: gli effetti dei bonus per gli assicurati che non causano sinistri (oltre il 95%, dal momento che si considerano solo i sinistri causati con responsabilità principale e/o quelli con responsabilità paritaria); eventuali sconti praticati alla clientela e per i quali non può essere fissata una misura massima; il numero crescente di assicurati che cambia ogni anno compagnia alla ricerca del prezzo più conveniente; gli effetti delle disposizioni in materia di clausole bonus malus familiare introdotte dal secondo decreto Bersani".

In un comunicato stampa congiunto di Federconsumatori e Adusbef, tuttavia, vengono contestati i dati forniti dall'Ania. Si legge in apertura del documento che “L'Ania continua a diffondere dati poco attendibili sulle polizze Rc Auto, dichiarando addirittura (da settembre 2012 a maggio 2013) una diminuzione -6%”. Nel comunicato stampa viene contestata quindi la dichiarazione che vedrebbe la diminuzione delle tariffe; ci sarebbe stata, al contrario, “un lieve raffreddamento delle tariffe”. Secondo una stima di Federconsumatori e Adusbef, nel 2013 ci saranno ulteriori rincari di 35 euro, con un aumento del 250% dal 1994 per un veicolo di media cilindrata. “Ancora una volta – si legge nel comunicato – contestiamo decisamente le metodologie di calcolo adottate dall’Ania. Non è la prima volta, infatti, che tale Associazione prende in considerazione la diminuzione dei premi assicurativi entrati nell'anno, annunciando una conseguente riduzione delle tariffe”. La richiesta è di una collaborazione tra l'Ania, il Governo, l'Ivass e l’Antitrust “per avviare una seria azione di contrasto delle innumerevoli anomalie che caratterizzano questo settore”.

Le associazioni dei consumatori denunciano da tempo l'elevato costo delle assicurazioni auto italiane. Il Cidacons ha sottolineato come i dati sulle tariffe Rc auto diffusi dall'Ania sono "singolari"; i dati presentati nel rapporto risulterebbero contraddittori rispetto le rilevazione dell'Ivass e dell'Antitrust. "Mentre per l'Ania i prezzi delle polizze sono magicamente in calo – spiega l'associazione in una nota – l'Ivass registra non solo aumenti a due cifre per alcune categorie di automobilisti, ma addirittura un aggravarsi del divario tra nord e sud Italia. Addirittura l'Antitrust segnala come il premio medio in Italia sia più del doppio di quello pagato in Francia e Portogallo, e superi quello tedesco dell'80% e quello olandese del 70%".

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