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Scontri nell’anniversario della strage di Capaci, la nipote di Peppino Impastato: “Situazione insensata”

Scontri durante le manifestazioni del 23 maggio a Palermo. Negato l’accesso alla commemorazione anche a Luisa, nipote di Peppino Impastato: “Abbiamo ricevuto qualche spintone dovuto all’agitazione ma la situazione verificatasi è stata davvero incredibile e insensata”.
A cura di Roberto Marrone
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Luisa Impastato durante il corteo
Luisa Impastato durante il corteo

Quella del 23 maggio 2023 a Palermo doveva essere una tranquilla e normale giornata in cui tutta la nazione celebrava la legalità e commemorava l'attentato del 1992, quando la mafia fece saltare in aria con il tritolo il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre membri della scorta.

Un programma intenso, ricco di attività e manifestazioni organizzate sia dalla “Fondazione Falcone” con a capo Maria, sorella del giudice, che da associazioni, scuole ed enti che in concomitanza alle manifestazioni “ufficiali” hanno ideato e realizzato altrettanti momenti. Tutti comunque avevano lo stesso scopo ovvero quello di ricordare e riflettere sull'importante avvenimento di trentuno anni fa.

Qualcosa però è andato storto perché per la prima volta dal '92 ad oggi, durante il tradizionale corteo e momento di memoria che si effettua in via Notarbartolo sotto casa del giudice e sotto lo storico “albero Falcone”, vi sono state delle circostanze di agitazione e di scontri, tra alcuni manifestanti e le forze dell'ordine, sfociati poi in una vera e propria rissa con addirittura l'utilizzo dei manganelli da parte della Polizia verso alcuni presenti.

Commemorazione sotto "l'albero Falcone"
Commemorazione sotto "l'albero Falcone"

Il tutto nasce dal fatto che un raggruppamento di associazioni, sindacati, scuole capitanate da "Our voice" ha deciso di organizzare un corteo alternativo rispetto a quello ufficiale dal titolo “Non siete Stato voi, ma siete stati voi” con lo scopo di manifestare contro la mafia che, secondo quest'ultimi, si trova anche e soprattutto dentro lo Stato.

La manifestazione è ritenuta dagli organizzatori "legittima dal punto di vista formale visto che era stata preventivamente autorizzata dalla Questura con la sola clausola di dover terminare entro le ore 17.30 prima della ricorrenza dell'attentato delle ore 17.58 e che il corteo alternativo non confluisse all'interno della manifestazione principale".

Tutte condizioni pienamente rispettate dai manifestanti che una volta terminata la loro iniziativa, da liberi cittadini, volevano raggiungere autonomamente “l'albero Falcone" per partecipare alla commemorazione, cosa che però non è stata possibile dato che le forze dell'ordine avrebbero impedito a quest'ultimi l'accesso alla via Notarbartolo e così, iniziata la protesta e l'agitazione, sono stati usati i manganelli contro alcuni dei presenti ed è iniziato uno scontro. 

Tra i tanti presenti vi era anche Luisa, nipote di Peppino Impastato e rappresentante dell'associazione “Casa Memoria Impastato” che ha aderito, organizzato e partecipato attivamente al corteo alternativo.

Contattata dai microfoni di Fanpage.it commenta così l'accaduto: “Per fortuna nessun colpo a nessuno del nostro gruppo anche se abbiamo ricevuto qualche spintone dovuto all'agitazione ma la situazione verificatasi martedì è stata davvero incredibile e insensata. Non era un contro corteo, era un corteo organizzato da più realtà, dagli studenti, dai sindacati, dalle associazioni per esprimere il proprio legittimo modo di rivendicare la lotta alla mafia, che oggi deve partire dal basso ma anche dalla pretesa che chi ci rappresenta abbandoni ogni forma di ambiguità, che combatta concretamente le connivenze e le corruzioni e si impegni a dare risposte".

La stessa Luisa Impastato all'interno di un post fa alcune riflessioni in merito all'argomento: "A questo corteo un’ordinanza arrivata poche ore prima ha impedito di raggiungere la commemorazione ufficiale. Perché? Perché bloccare un corteo non violento che sta esercitando il proprio diritto di manifestare? Perché si doveva impedire a migliaia di cittadini, tra cui studenti, anche delle scuole, di arrivare sotto l’albero Falcone? Perché? Perché gridare a gran voce ‘Fuori la mafia dallo stato' disturbava? Siamo stanchi delle domande, adesso ci servono risposte!".

Tante le critiche dilagate tra i giovani, sui social, nel mondo delle associazioni e dei sindacati nei confronti delle istituzioni ma anche l'intervento da parte della Questura che in un comunicato spiega: "Considerata la potenziale interferenza che si sarebbe potuta ingenerare dalla concomitanza nel medesimo luogo delle iniziative promosse dalla Fondazione Falcone ed il corteo, in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica si è ritenuto inopportuno far giungere il corteo nei pressi dell’Albero Falcone”.

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