Scomparso dal pronto soccorso e morto dopo 2 notti al gelo: indagati operatori del 118 e addetto al triage

Due operatori del 118 e un addetto al triage del pronto soccorso dell’ospedale di Ravenna sono indagati per la scomparsa e la successiva morte di Giuseppe Zagame, un paziente che era stato accompagnato dal 118 perché trovato in stato confusionale e rinvenuto in gravi condizioni in strada dopo 2 notti al gelo. I due operatori devono rispondere dell’accusa di abbandono di persona incapace, mentre l’addetto del pronto soccorso dell’accusa più grave di omicidio colposo e responsabilità colposa per morte in ambito sanitario.
La vicenda risale alla fine del 2022 quando il 67enne di Carraie venne soccorso in stato confusionale il 18 novembre e portato in ambulanza in ospedale. Qui gli venne dato un codice di priorità basso e messo in attesa con altri pazienti ma ad un certo punto si allontanò volontariamente senza che nessuno se ne accorgesse, facendo perdere le sue tracce.
Dopo l'allarme dei parenti, le ricerche del paziente scomparso tennero impegnati centinaia di uomini per due giorni. Vennero impiegati anche elicotteri, droni, sommozzatori e squadre cinofili fino a quando Zagame fu ritrovato completamente confuso e seduto in un fossato a bordo strada dove era rimasto 2 notti al gelo. L’uomo venne riportato in ospedale in ipotermia e ricoverato in condizioni gravi ma nonostante le cure del caso, morì dopo due settimane per diversi danni agli organi interni.
Secondo gli inquirenti, le condizioni avverse che Zagame ha patito in quei giorni al freddo e al ghiaccio hanno causato un aggravamento delle sue condizioni di salute fino al decesso. Secondo l’accusa, i tre operatori sanitari lo avevano lasciato senza assistenza e da solo nella confusione di un sala d'attesa del pronto soccorso, favorendo così il suo allontanamento dall'ospedale nonostante fosse chiaro il suo grave disorientamento.