Scomparso a Modena un anno e mezzo fa, c’è la svolta: 38enne arrestato per l’omicidio di Salvatore Legari
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Svolta nel caso legato alla scomparsa di Salvatore Legari, imprenditore edile di 54 anni, padre di due figli, di cui si sono perse le tracce dal 13 luglio 2023 nel Modenese. Oggi i carabinieri del reparto operativo-nucleo investigativo della città emiliana hanno arrestato un 38enne, modenese, accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere.
I militari, su delega della Procura, hanno eseguito la misura disposta dal Gip del tribunale di Modena. Per gli investigatori la vittima vantava un importante credito nei confronti dell'indagato, per rapporti di lavoro, e doveva riscuoterlo proprio il giorno della scomparsa.
Il 13 luglio 2023, infatti, l'imprenditore si recò presso un cantiere di Lesignana, dove l'indagato gli aveva commissionato lavori di ristrutturazione. Tuttavia, da quel pomeriggio di Legari si persero le tracce. Anche il suo telefono, 24 ore dopo, smise di funzionare. Il che spinse la compagna a denunciare la scomparsa alle autorità competenti. Il furgone della vittima, nel quale si trovavano alcuni indumenti ed effetti personali come le carte di credito, fu rinvenuto nove giorni dopo, il 22 luglio, nella zona di Sassuolo, abbandonato e con le chiavi all'interno.
Il provvedimento di oggi è giunto al termine di una complessa attività di indagine, condotta attraverso l'esame dei video delle telecamere di sorveglianza e di telecamere stradali, comunali e privato, oltre che con numerose testimonianze che hanno indirizzato gli inquirenti verso il 38enne che è stato infine indagato.
L'attenta visione degli impianti di videosorveglianza pubblica e privata, e l'analisi del tabulato di traffico dell'utenza in uso alla vittima fino al suo spegnimento, ha permesso di ricostruire — con coincidenza di orari e località di percorso — il tragitto fatto dal furgone di Legari dal cantiere di Lesignana, dove si trovava in compagnia del 38enne, al luogo di abbandono del veicolo a Sassuolo.
Si ipotizza che l'imprenditore fosse già stato ucciso e che il suo cadavere si astato caricato sul furgone: il 38enne si sarebbe poi messo al volante del veicolo dopo aver indossato la maglietta di Legari, per simulare che fosse la vittima a guidare il mezzo, nell'intento di allontanare da sé e dalla sua proprietà i sospetti sulle sorti dello scomparso e sull'omicidio. La consulenza foto-antropometrica disposta dalla Procura avrebbe infatti attestato come l'uomo ripreso alla guida del furgone fosse oggettivamente compatibile ed identificabile con l'indagato e non potesse essere, con lo stesso grado di certezza, Salvatore Legari, il cui corpo non è stato mai trovato.