Scomparsa Kata, i genitori in conferenza stampa: “Gli zii non c’entrano nulla, chi sa qualcosa parli”
“Chi ha visto o sa qualcosa per favore parli. Spero che si arrivi alla verità”. Sono le parole di Katherine Alvarez è la madre della Kata, la bambina di 5 anni scomparsa a Firenze. La donna, insieme al marito e padre della piccola, Miguel Angel Romero Chiccllo, oggi è apparsa in conferenza stampa davanti all’ex hotel Astor, dove la figlioletta è stata vista l'ultima volta lo scorso 10 giugno.
“Non so perché l’hanno rapita. Ho fiducia in mio fratello”, ha detto invece il papà, anche e soprattutto in riferimento alla svolta sul fronte delle indagini arrivata ieri: cinque indagati, tra i quali anche due zii di Kata; uno è Abel Alvarez Vasquez, l'altro è il 19enne Marlon Edgar Chicclo, fratello per l'appunto di Miguel. Gli altri tre sono altri ex occupanti dell'ex hotel (due uomini e una donna), immortalati dalle telecamere mentre uscivano dalla struttura dopo la scomparsa della bambina. Con loro un borsone e due trolley che, viste le dimensioni, avrebbero potuto occultare il corpo di Kata.
La notizia di ieri "mi fa pensare che, siccome non trovano niente, mettono noi nei guai“, ha detto il padre in conferenza stampa. “Dobbiamo aspettare l’indagine, ma siamo sicuri che loro non c’entrino nulla“, ha affermato invece Katherine Alvarez, che ha poi sottolineato di non aver "mai conosciuto gli indagati, mai avuto attriti, neanche quando c’era la lotta per le camere” dell’ex hotel.
Gli avvocati dei genitori di Kata non escludono peraltro che potrebbero spuntare nuovi nomi sul fronte delle indagini e auspicano: “Ci auguriamo novità dai sopralluoghi”. E precisano che nessuna pista è esclusa: “Impossibile però che nessuno abbia visto niente, non escludiamo neanche lo scambio di persona”.
In lacrime Katherine ha sottolineato: “Ogni giorno ho il cuore pieno di angoscia, ma sento che mia figlia è viva”. E ha aggiunto: “Noi abbiamo sempre detto la verità. Basta ombre sulla nostra famiglia. È da tre mesi che non vedo mia figlia, ho diritto di sapere cosa è successo”.