Scomparsa Daniela Ruggi, i Carabinieri tornano a Montefiorino: nuove ricerche nelle campagne
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Nella mattinata di oggi, giovedì 13 febbraio, i Carabinieri sono tornati a Montefiorino, il piccolo comune modenese dove viveva Daniela Ruggi, la 31enne scomparsa dal 18 settembre scorso.
I militari dell'Arma, insieme alle altre forze di polizia, hanno perlustrato le campagne e diverse aree boschive della zona nel tentativo di trovare qualche traccia della giovane donna di cui non si hanno più notizie ormai da quasi cinque mesi.
L'ultima perlustrazione risale al 29 novembre scorso, quando furono coinvolti anche i Vigili del fuoco, la Protezione Civile e altri volontari. In quell'occasione non era stato trovato alcun elemento riconducibile alla 31enne.
Negli ultimi tempi le indagini sembravano concentrate soprattutto sulla cosiddetta “pista modenese” legata all’avvistamento, ritenuto attendibile, di Daniela a fine ottobre alla mensa di Porta Aperta, assieme a un gruppo di altre persone.
La Procura ha aperto un fascicolo per sequestro di persona. L'unico indagato è attualmente Domenico Lanza detto lo "sceriffo", un amico 60enne di Daniela, in carcere per detenzione di armi illegali (reato che nulla ha a che vedere con la scomparsa della 31enne).
Non è chiaro perché gli investigatori siano tornati a Montefiorino, per un’attività delegata dalla pubblico ministero Laura Galli. Non si sa infatti se chi indaga sia stato indirizzato o meno in quelle zone, se chi è stato ascoltato abbia fatto rivelazioni sul caso.
Sulla vicenda viene infatti mantenuto il massimo riserbo. Il 18 settembre la ragazza era scomparsa da Montefiorino dopo essere stata dimessa dall'ospedale per un'infezione guaribile in pochi giorni.
La donna con problemi psichici sarebbe uscita dal reparto per tornare a casa, nel rudere alla fine del paese dove viveva da qualche tempo senza riscaldamenti e perfino senza elettricità.
A denunciare la scomparsa era stato il sindaco di Montefiorino, Maurizio Paladini, che più volte aveva provato a convincerla a farsi assistere dai servizi sociali del paese. La donna però non aveva mai voluto ricevere cure e aiuto, vivendo in solitudine e ai margini della comunità in cui abitava.