Rocce grandi come sedili di pietra e un tappeto verde con fili d’erba alti mezzo metro, questo il panorama della landa a ovest di Siracusa dove, il secondo giorno del 1999, due allevatori stanno facendo il consueto giro con il bestiame. Mentre guidano gli animali i due notano qualcosa di strano spuntare nell’erba, qualcosa di simile a un manichino bianco. Non ci vuole molto perché capiscano che quella sagoma inanimata, un tempo era stato il corpo di una donna. Qualche ora dopo tra i fili d’erba uomini in divisa e altri in camice bianco si consultano tra loro prima che quel cadavere venga chiuso in un sacco e portato via, prima che in città si diffonda la notizia che Assunta Marsala, 27 anni, detta ‘Susy’, scomparsa due mesi prima, è stata trovata morta in un campo, nuda dalla cintola in su, a pochi passi da casa.
Svanita nel nulla
Susy Marsala era scomparsa dall’abitazione di sua sorella e suo marito, il 17 novembre 1998, intorno alle 14. Suo cognato Filippo Barbagallo e sua moglie ne avevano segnalato la scomparsa riferendo che la ragazza era fuggita di nascosto scavalcando la finestra del Garage, mentre i due erano in procinto di mettersi a tavola, senza portare nulla con sé. Un racconto che aveva sollevato molte domande e portato alla luce trascorsi dolorosi e terribili sospetti. Susy, tanto per cominciare, era una donna sposata: perché viveva ospite in casa del cognato e non nella casa coniugale? Perché era dovuta fuggire scavalcando una finestra, come un'adolescente che scappa di casa, a 27 anni, da donna adulta?
È stata soffocata
Il primo dato di fatto nel caso Marsala, si rivela subito questo: Susy aveva delegato la responsabilità di sé stessa ad altre persone, persone sulle quali immediatamente si posano i sospetti quando l’autopsia rivela che la ragazza è stata uccisa. Susy, sul cui corpo, nonostante fosse stato lasciato seminudo, non appaiono segni di violenza sessuale, è stata soffocata il giorno della ‘scomparsa‘, ma il suo corpo non è rimasto nei campi di Siracusa, dove lo avrebbero trovato e dove si sarebbe stato attaccato dagli animali: è rimasto nascosto in un luogo sicuro finché l'assassino o gli assassini hanno deciso di farlo ritrovare.
I sogni infranti di Susy
Altri, dunque, hanno deciso per Susy anche dopo la sua morte, proprio come era accaduto in vita, quando la ragazza aveva avuto i primi problemi. Assunta era cresciuta orfana di padre e si era sposata molto giovane con il fidanzato Francesco. Il suo sogno era quello di diventare madre e quando finalmente restò incinta o annunciò con emozione alla famiglia. Quella gioia durò poco, Susy perse il bambino per cause naturali, sprofondando in una grave depressione.
La terapia
Si rifugiò nella fede e fu proprio il sacerdote a consigliarle di farsi aiutare da uno psicologo che lo aiutava nell'assistenza ai tossicodipendenti, Piero Bellini. Le prime sedute danno sollievo alla giovane sposa, poi di nuovo ricade nel buio. Stavolta la situazione è preoccupante, la ragazza blatera strane frasi sull'essere ‘indegna' di suo marito, di sua madre. Evidentemente prova rimorso e vergogna per qualcosa che non avrebbe voluto fare e quando finalmente riesce a confidarsi con la madre rivela di aver avuto rapporti sessuali con lo psicologo. Questi rapporti, alla madre e ai parenti non appaiono liberi, Susy era in una condizione psicofisica di sofferenza e in quei giorni era assente, come se assumesse dei sedativi.
La possessione demoniaca
Presto in questa storia di disagio fa capolino la religione. Filippo Barbagalo, suo cognato un uomo di fede evangelico -pentecostale la prende con sé a casa per assisterla, insieme alla moglie. Spesso l'accompagna dal pastore perché Susy continua a essere turbata e in famiglia si diffonde il convincimento che sia ‘posseduta', lei stessa se ne convince, tanto che un giorno, tenta di colpire sua madre con un coltello e sbotta ‘sono il Diavolo'. Si pente, chiede scusa, ma si rende conto di essere ormai completamente smarrita, così, decide di allontanarsi dal marito perché lui possa trovare la felicità con un'altra donna e avere dei figli. Lui, invece, continua ad andare a farle visita dai parenti, determinato a vederla di nuovo serena. Poi, il pomeriggio del 17 novembre, la scomparsa.
Il cognato
Dopo il ritrovamento del corpo, scattano diverse indagini a carico di Filippo Barbagallo, sospettato di omicidio e dello psicologo Bellini, accusato di ‘esercizio abusivo della professione'. Il 5 luglio del 1999, cinque mesi dopo i fatti, il cognato di Susy, Filippo Barbagallo, viene arrestato con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Alla quale non sfugge la dimensione ‘spirituale' della famiglia, tanto che è proprio il sostituto procuratore Angela Pietroiusti a parlare del convincimento della famiglia che la ragazza fosse posseduta, ma il movente, tuttavia viene indicato come quello sessuale. Barbagallo avrebbe ucciso la cognata perché lei aveva rifiutato le sue attenzioni. Mentre il processo a Bellini, lo psicologo che seguì la ragazza con appuntamenti quotidiani, le accuse non trovano riscontro. Anche quelle contro Barbagallo si dissolvono presto nel nulla e la posizione del cognato viene archiviata.
I dubbi di mamma Rosa
Restano ancora tanti dubbi, come quelli che riguardano l'estrema difficoltà di scavalcare una finestra posta ben più in alto della statura di Susy (alta 1,55 cm) e quella di attraversare una strada residenziale, all'orario del rientro scolastico in un giorno feriale senza essere vista. Dubbi con i quali mamma Rosa, che ha sempre chiesto la riapertura del caso, non è rassegnata a convivere. Nuovi esami scientifici sui resti o sugli abiti potrebbero aprire scenari non considerati, mentre resta ancora da scoprire quanto scritto dalla stessa Susy nel diario che teneva nel periodo della sua terapia e che più volte è stato chiesto.
L'epilogo
Qualche tempo dopo il ritrovamento e dopo il sopralluogo dei giornalisti di ‘Blu notte‘, il programma di Carlo Lucarelli, accade un fatto inquietante. Sul luogo dove fu scoperto il cadavere di Susy vengono trovati gli abiti che erano stati sfilati dal corpo: la maglietta, il golfino e il reggiseno. Accanto, abbandonato poco distante, c'è il cadavere di un cagnolino morto. L'assassino o gli assassini, ancora a piede libero, si divertono a sbeffeggiare le forze dell'ordine e la famiglia.