Scomparsa Cristina Golinucci, spunta una nuova testimonianza. La mamma: “Se sapete qualcosa, aiutateci”
Continua a non arrendersi e a cercare la verità sulla scomparsa di sua figlia Marisa Degli Angeli, la madre di Cristina Golinucci. Da 32 anni della ragazza cesenate di 21 anni non si sa più nulla ma, assistita dall'Associazione Penelope e dall'avvocata Barbara Iannuccelli, la mamma della 21enne continua a chiedere che venga fatta piena luce sul caso.
Il prossimo 26 settembre la signora Degli Angeli sarà in tribunale per opporsi ancora una volta alla nuova richiesta di archiviazione del caso. "Se le cose andassero male, sarebbe la decima volta in cui il caso viene archiviato. Ogni volta un colpo durissimo. Ma fino a quando sarò viva, non mi arrenderò. Lo devo a Cristina", ha commentato la donna.
"Il Signore mi ha dato una prova da mamma che non auguro a nessuno. Penso che me la abbia affidata per far emergere il marciume che avvolge certe persone. Perché io credo, sì, credo in Quello Lassù. Ma per quanto riguarda certe persone qui, sulla terra, è molto più difficile", ha detto ancora.
Una nuova testimonianza sul caso di Cristina Golinucci
Intanto, nei giorni scorsi, come ha ricostruito l'avvocata Iannuccelli, è arrivata una nuova testimonianza che potrebbe far ripartire le indagini.
"Ho ricevuto la telefonata di una donna – ha spiegato la legale durante un evento nella frazione di Ronta, dove viveva la 21enne – che mi ha contattata dopo aver parlato col suo anziano padre".
Secondo quanto si legge su Il Resto del Carlino, ai tempi della scomparsa di Cristina Golinucci l’uomo frequentava le aree boschive intorno al Comune di Mercato Saraceno e in più occasioni avrebbe visto un prete in compagnia di una ragazza.
"Arrivavano in auto insieme, il frate toglieva la tunica e si avviava mano nella mano con lei verso il bosco. Il fatto avrebbe colpito il testimone involontario che peraltro poco tempo dopo si sarebbe sentito dire da un amico di non tornare in quella zona perché c’erano due sacchi neri dai quali proveniva un odore terribile, della cui presenza aveva avvisato i Carabinieri", ha detto ancora Iannuccelli.
Di fronte a questa nuova testimonianza l'avvocata ha chiesto un rinvio dell’udienza per effettuare eventuali approfondimenti.
Il nuovo appello: "Se sapete qualcosa, aiutateci"
L'avvocata Iannuccelli ha pubblicato un posto su Facebook con un nuovo appello, partendo proprio dalla testimonianza ricevuta nei giorni scorsi.
"Chiediamo agli abitanti di Monte Petra, Sogliano e Mercato Saraceno di aiutarci. Avete visto anche voi dalle vostre parti un frate con una giovane ragazza? Parliamo degli anni '90, i vostri parenti anziani, la memoria storica dei luoghi, che dicono in proposito?", si legge nel messaggio.
"Rimaniamo a disposizione per chiunque vorrà aiutarci. Per chiunque vorrà dare finalmente una tomba a Cristina. Aiutateci", si conclude il post.
La ragazza il giorno della scomparsa l'1 settembre 1992 avrebbe dovuto incontrare, al Convento dei Frati Cappuccini della città romagnola, Padre Lino Ruscelli, il suo padre spirituale e confessore.
Sarebbe tuttavia sparita prima dell'incontro. Per anni il principale indiziato è stato Emmanuel Boke, ragazzo sudafricano ospite del convento. Confessò infatti di aver ucciso la giovane, ma poi ritrattò.
"Nelle intercettazioni di cui disponiamo – ha detto Iannuccelli –, si sente Emanuel Boke, per anni sospettato di essere coinvolto nella vicenda ma mai indagato e poi diventato irreperibile, raccontare di avere visto Cristina litigare con tal padre Renato, Domenico Nigi, che dopo essere stato per 18 anni al convento dei Cappuccini di Cesena, nel 1993, poco dopo la scomparsa di Cristina, andò a Faenza. Quel religioso, morto nel 2016, conosceva e frequentava la zona di Mercato Saraceno. Boke non è mai stato indagato, a questo punto che almeno ora lo si cerchi come testimone".