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Sciopero delle bisarche, tutte le fabbriche Fiat oggi restano ferme

Gli stabilimenti italiani, Melfi, Mirafiori, Pomigliano, Cassino e Sevel Val di Sangro, restano fermi per il blocco delle consegne e per la cassa integrazione. Federauto chiede l’intervento del governo.
A cura di Susanna Picone
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Gli stabilimenti italiani, Melfi, Mirafiori, Pomigliano, Cassino e Sevel Val di Sandro, restano fermi per il blocco delle consegne e per la cassa integrazione. Federauto chiede l’intervento del governo.

Oggi gli stabilimenti Fiat si fermano: un blocco generale, cinque fabbriche chiuse su cinque a causa dello sciopero delle bisarche che consegnano le auto ai concessionari, e con Melfi e Mirafiori che, a prescindere dallo sciopero, sarebbero rimaste lo stesso chiuse per la cassa integrazione. Uno sciopero che sta causando diversi danni al Lingotto continuando a provocare gravi ritardi nella consegna delle automobili ai clienti: secondo quanto ha riportato qualche giorno fa la Fiat, le perdite di produzione sono pari a 20mila macchine, con una riduzione della quota di mercato in Italia e all’estero di circa il 10% per il mese di marzo.

Melfi fermo da ieri – Lo stop è dunque arrivato già ieri per lo stabilimento di Melfi, mentre oggi si fermano Cassino, Sevel Val di Sangro e Pomigliano d’Arco, quest’ultimo al centro di un recente reportage di fanpage. “Lo sciopero delle bisarche, che ormai si prolunga da quasi un mese, sta mettendo in ginocchio i concessionari di autoveicoli, già pesantemente colpiti dalla negativa congiuntura economica e dalla flessione delle vendite”, il monito di Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, che ha chiesto l’intervento immediato del Governo per far fronte a un problema non più sostenibile.

Gli autotrasportatori lamentano gli effetti pesanti della crisi – La preoccupazione della Fiat è condivisa anche dall’Unrae, l’Unione nazionale rappresentati autoveicoli esteri, che ha parlato di una situazione “ingovernata e ingovernabile” che colpisce un settore già fortemente provato. Dal punto di vista degli autotrasportatori, i problemi derivanti dal caro benzina, dai pedaggi autostradali e dalle assicurazioni si fanno sentire sempre più, rendono ancor più drammatica la crisi del settore e necessaria la protesta.

Oggi l’incontro tra Monti e i vertici Fiat – Intanto è previsto per oggi pomeriggio a Palazzo Chigi un incontro tra il presidente di Fiat John Elkann, l’amministratore delegato Sergio Marchionne e il premier Mario Monti. Incontro che arriva in seguito anche alle dichiarazioni del ministro Elsa Fornero che ha rassicurato il Parlamento riferendo che i vertici Fiat hanno definito senza fondamento le ipotesi di chiusura delle fabbriche Fiat in Italia. La Fornero ha garantito che nell’incontro previsto per oggi “si chiariranno molte cose”, aggiungendo, inoltre, che non è compito del Governo dire alle imprese che cosa debbono e non debbono fare.

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