Sciopero della scuola venerdì 17 novembre, lezioni a rischio in tutta Italia: i motivi della protesta
Anche la scuola parteciperà allo sciopero generale di domani, venerdì 17 novembre. Oltre ai settori dei trasporti, della sanità e del pubblico impiego anche il comparto dell'Istruzione scenderà in piazza, non solo i docenti e il personale di tutte le scuole di ogni ordine e grado, compresa l'università e la ricerca, ma anche la rete degli studenti, che hanno organizzato cortei in 40 città a partire dalle ore 09:30.
La conferma è arrivata anche dal Ministero dell'Istruzione e del Merito, come si legge sul sito ufficiale, oltre che dagli organi sindacali.
Le motivazioni dello sciopero del 17 novembre
A spiegare perché domani, venerdì 17 novembre, sciopera anche il mondo della scuola, è stata la Flc Cgil che in una nota ha scritto che "le battaglie e le ragioni di lavoratrici e lavoratori, studentesse e studenti, in occasione dello sciopero del 17 novembre e della giornata di mobilitazione internazionale degli studenti, si fonderanno in una stessa data. Infatti a poco più di un anno dall'insediamento del ministro Valditara e alla luce degli insufficienti stanziamenti nella legge di bilancio per il contratto e agli assenti fondi per il diritto allo studio, l'idea di scuola del governo appare sempre più povera, divisa e precaria. Riforme come l'autonomia differenziata, il dimensionamento scolastico con il taglio di quasi 900 istituti, l'alto tasso di lavoro precario, le riforme della condotta e della filiera tecnico professionale, rischiano di rendere la scuola un moltiplicatore di disuguaglianze, subordinato alle logiche del mondo delle aziende e dei privati. Per tutti questi motivi le lavoratrici e i lavoratori della Conoscenza si fermeranno il 17 novembre per lo sciopero nazionale e scenderanno in piazza con studenti e studentesse".
Lezioni a rischio il 17 novembre, cosa cambia per gli studenti
Nella giornata di domani, gli studenti potranno decidere se scendere a protestare in una delle piazze che ospiteranno le manifestazioni. "Scendiamo in piazza il 17 novembre per portare all’attenzione della politica e del Paese tutto le richieste del manifesto nazionale I diritti non si meritano, frutto di momenti assembleari e di confronto tra gli studenti di tutto il Paese. Ribadiamo che l’istruzione non si merita, è un diritto di base, e lo rivendichiamo con forza", ha detto Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Unione Degli Studenti.
Sono oltre 40 le città in cui sono in programma manifestazioni a partire dalle 09:30, da Torino a Genova, passando per Roma, Milano e Napoli, come indicato nella mappa condivisa dalla rete della Conoscenza sui propri canali social.
Gli ha fatto eco Paolo Notarnicola della Rete degli Studenti Medi: "Ogni giorno il futuro della nostra generazione diventa sempre più precario. Vediamo avanzare la crisi climatica e conflitti globali, e lo spazio per noi è pari a zero: veniamo educati ad un lavoro povero e precario, mancano fondi per garantire la tutela del benessere psicologico nella sanità pubblica e il diritto allo studio è di fatto negato. Non resteremo a guardare in silenzio mentre il Governo disinveste nei giovani. A partire dalla finanziaria serve stanziare fondi per garantire l'accesso all'istruzione, serve investire in edilizia, serve fermare le riforme che stanno svuotando di senso e privatizzando la formazione nel nostro Paese. Il 17 scenderemo in piazza in tutto il Paese insieme ai lavoratori dell'FLC CGIL, perché non accetteremo decisioni prese sulla nostra pelle, non resteremo a guardare".