Sciopero dei trasporti: oggi a Roma disagi e proteste
Sembra che la lotta per i diritti dei lavoratori non conosca periodi di "fiacca": un altro sciopero è stato indetto oggi a Roma da Usb (Unione sindacale di base) comparto trasporti e Faisa Cisal e coinvolge i lavoratori dell' Atac e di Roma Tpl. Motivo dello sciopero sono le liberalizzazioni, le privatizzazioni e le esternalizzazioni che da tempo minacciano le aziende del trasporto, inserite anche nei tagli dal progetto di bilancio presentato dalla Giunta.
Commentando lo sciopero del trasporto pubblico locale di oggi, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha comunicato di aver incontrato in Campidoglio i rappresentanti sindacali, garantendo un "tavolo rotondo" che affronti le diverse questioni e difenda i livelli occupazionali, ma sempre tutelando i lavoratori. Non sono escluse possibili privatizzazioni di aziende che oggi erogano servizi pubblici, un argomento che, in ogni caso, non verrà escluso dalle trattative.
Il Campidoglio per agevolare gli utenti ha disposto il libero accesso nel Centro storico e nel quartiere di Trastevere dove, quindi, non sarà in vigore la zona a traffico limitato. Le due linee metropolitane A e B rimarranno aperte anche se con possibili riduzioni di corse, mentre potrebbe essere soppresse molte linee di bus e tram. Lo sciopero si svolge nel rispetto delle fasce di garanzia previste dalla legge: da inizio servizio fino alle 8.30 e dalle 17 alle 20 i trasporti saranno quindi regolari, mentre altri disagi potranno prodursi in conseguenza di due manifestazioni in programma, una delle quali indetta dall'assemblea permanente del circolo Montessori.
Questo sciopero sembra una risposta alle numerose pressioni fatte dal Pdl affinché ci sia una modifica al protocollo dei cortei nella capitale, che a detta del sindaco Gianni Alemanno pare mandino spesso in tilt il traffico della città, costringendo i cittadini a prendere le macchine. Di parere contrario è il prefetto Giuseppe Pecoraro, secondo cui la situazione non è preoccupante e i cortei non così numerosi tanto da preoccupare e da creare una priorità nella discussione della modifica del protocollo.