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Sciopero dei trasporti di venerdì 22 luglio: gli orari e le modalità della protesta

Per domani si preannunciano forti disagi per i viaggiatori. Previsto infatti uno sciopero di 24 ore di bus, tram, metro e treni. Gli orari della protesta saranno diversi da città a città.
A cura di Alfonso Biondi
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Proteste dei lavoratori del trasporto pubblico

Per i pendolari e i viaggiatori occasionali si avvicina il venerdì nero dei trasporti. Per domani, 22 luglio, è infatti previsto uno sciopero di 24 ore del trasporto pubblico locale e ferroviario e i disagi- c'è da scommetterci- sicuramente non mancheranno.

TRENI- Lo sciopero dei lavoratori del trasporto ferroviario è partito alle 21.00 di oggi e terminerà alle 21.00 di domani. Come di consueto verranno garantiti  i servizi minimi indispensabili pari a 6 ore di servizio completo. Treni garantiti quindi dalle 6.00 alle 9.00 e dalle 18.00 alle 21.00. Garantiti anche i treni a lunga percorrenza inseriti nell'orario Trenitalia nell'arco dell'intera durata dello sciopero.

BUS, TRAM, METRO La protesta di domani interesserà anche il personale di bus, metro e tram dei servizi urbaniGli orari della protesta varieranno a seconda della città: a Milano braccia conserte dalle 8.45 alle 15.00 e dalle 18.00 al termine del servizio; a Torino dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 a fine servizio; a Venezia-Mestre dalle 9.00 alle 16.30 e dalle 19.30 a fine servizio; a Genova dalle 9,30 alle 17.00 e dalle 21.00 a termine servizio; a Roma dalle 8.30 alle 17.30 e dalle 20.00 a fine servizio; a Napoli dalle 8.30 alle 17.00 e dalle 20.00 a fine servizio; a Bari dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15.30 a fine servizio; a Palermo dalle 8,30 alle 17,30; a Cagliari dalle 9.30 alle 12.45, dalle 14.45 alle 18.30 e dalle 20.00 alla fine del servizio.

I MOTIVI DELLO SCIOPERO-  La protesta è stata indetta da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugltrasporti, Orsa Trasporti, Faisa e Fast al fine di sostenere "la vertenza per la sottoscrizione del nuovo contratto della Mobilità”. Le organizzazioni sindacali parlano di una "decisione dolorosa che penalizza ingiustamente i cittadini incolpevoli" ma che si è resa obbligatoria per sbloccare il “perdurante stallo della trattativa per il nuovo CCNL della Mobilità e della manovra varata dal governo". Domani, quindi, le braccia dei lavoratori del trasporto pubblico locale e ferroviario resteranno conserte; la speranza da parte loro è che si possa scongiurare una  "crisi produttiva ed occupazionale irreversibile".

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