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Sciopero benzinai proclamato per il primo weekend di agosto. Ma il Garante dice “no”

I gestori hanno in cantiere una serie di iniziative e manifestazioni (tra cui anche lo stop al pagamento elettronico) contro l’industria petrolifera e il governo. A scatenare la protesta, tra l’altro, il mancato rinnovo di diversi accordi collettivi. Ma il Garante pone il veto: “E’ periodo di ferie”.
A cura di Biagio Chiariello
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Sciopero benzinai proclamato per il primo weekend di agosto. Ma il Garante dice no

UPDATE 14.27 – "I benzinai non possono scioperare il 3 agosto in quanto tale data rientra nel periodo di franchigia". Ad annunciarlo è il Garante degli scioperi, in quanto tale data rientra nel periodo di franchigia, cioè quello in cui le serrate sono vietate per il più intenso traffico.

Segnatevi questi tre giorni: venerdì 3, sabato 4 e domenica 5 agosto. Il primo weekend del prossimo mese, che si farà ricordare per lo sciopero dei benzinai. Una serrata che includerà anche i self service e la rete autostradale. Non è tutto: da lunedì 30 luglio a domenica 5 agosto non sarà possibile fare rifornimento pagando con carta di credito, pago bancomat o altre carte bancarie. Un gesto forte quello annunciato, con un comunicato congiunto, da tutte le organizzazioni di categoria dei Gestori, Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc-Anisa Confcommercio che denunciano il comportamento dell'industria petrolifera e accusano il Governo di «assistere muto alla violazione delle leggi». La posizione degli esercenti e delle associazioni sindacali è abbastanza chiara: l'obiettivo dei petrolieri è quello di abusare della confusione politica e della grave crisi che blocca il Paese per regolare i conti con un’intera categoria di lavoratori e rinsaldare i propri guadagni.

I comportamenti di Governo e industria petrolifera non lasciano altra possibilità che adottare iniziative estreme di protesta e di difesa verso una aggressione gravissima, insopportabile e ingiustificata». Già pronte una serie di proteste e mobilitazioni che «si auspica possano finalmente consentire al governo di attivarsi, avviando quell'azione di composizione delle vertenze collettive che, istituzionalmente, gli compete».

Le accuse si estendono anche all'universo politico, perché tutto questo avviene

con la responsabilità diretta e colpevole del Governo che, nonostante 14 differenti sollecitazioni formali e appelli di ogni tipo, si è sistematicamente sottratto a qualsiasi tipo di confronto ed è inerte di fronte alla violazione delle leggi in vigore. Compresa quella recentissima del decreto liberalizzazioni, rimasta per l'essenziale lettera morta". Esempio: "l'aggiramento della norma che avrebbe dovuto garantire la gratuità dei pagamenti con carte di credito e bancomat sia ai consumatori che ai gestori".

In particolare, i gestori puntano il dito contro l'industria petrolifera per «accordi collettivi scaduti e non rinnovati, margini tagliati unilateralmente fino al 70% e licenziamenti forzati degli addetti alla distribuzione». Sul tavolo anche il «rifiuto di adottare diverse tipologie contrattuali, le discriminazioni sui prezzi che spingono fuori mercato migliaia di impianti senza possibilità di reazione alcuna e le vendite autostradali totalmente cannibalizzate».

Ad essere colpite dai «comportamenti» denunciati dai sindacati dei gestori sono oltre 20.000 piccole imprese di gestione e circa 120.000 le persone.  In cantiere, dunque, ci sono una serie di proteste e mobilitazioni, dilazionate nel tempo e di «asprezza crescente». Si comincia domani 18 luglio, con la campagna di informazione e sensibilizzazione verso i cittadini e gli automobilisti, per poi riprendere lunedì 23 luglio, con la sospensione degli accordi collettivi per la parte riguardante il prezzo massimo di rivendita sui carburanti. Quindi, dal 30 luglio si passa ai metodi forti con lo stop ai pagamenti elettronici, quindi il weekend "caldo" dal 3 al 5 agosto con la chiusura delle pompe.

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