Scioperi: da domani un lungo mese di manifestazioni
Scioperi e disagi da domani, 1 marzo. Le proteste che interesseranno tutta l'Italia iniziano al primo giorno del mese, quando si fermeranno treni, bus, tram e metro. Venerdì 9 marzo, invece, sarà la volta dei metalmeccanici della Fiom, mentre sabato 3 scenderanno in piazza i lavoratori della scuola. Durante il mese, però, sono pronti a scioperare anche avvocati e dipendenti di farmacie. La contestazione avverrà "per la grave condizione del settore nel Paese, aggravata dalle decisioni del Governo", per cui non ci sarà settore che da domani in poi non scenderà in piazza per rivendicare i propri diritti. Giornata particolarmente pesante per i trasporti, un giovedì nero proclamato unitariamente da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti. Bus e metro si fermeranno per quattro ore al mattino, dalle 9 alle 13, mentre al pomeriggio sarà la volta dei treni e delle attività connesse di pulizia e ristorazione.
Lo sciopero degli mezzi pubblici del 1 marzo avverrà, come in precedenti occasioni, secondo modalità locali. A Roma i pendolari subiranno disagi dalle 8.30 alle 12.30, mentre a Milano dalle 8.45 alle 12.45. A Torino i mezzi saranno fermi verso sera, dalle 17.45 alle 21.45, mentre a Venezia, Bologna e Napoli lo stop avverrà al mattino, fino alle 13.30. I camionisti e tutti gli addetti delle autostrade, dell'Anas, dell'autonoleggio, del soccorso stradale, delle autoscuole e delle funivie si fermeranno per le ore pomeridiane. Filt, Fit e Uilt hanno ricordato che "dalla protesta sono esclusi, su indicazione della Autorità di Garanzia sugli scioperi, il trasporto aereo, la città di Firenze e, in vista dello sciopero regionale generale il 13 marzo, la Sardegna". Gli scioperi non interesseranno solo la giornata di domani, ma anche quella di sabato 3 marzo, quando incroceranno le braccia i dipendenti del Ministero dell'Istruzione aderenti a Anief e a Gilda-Unams. La Fiom, infine, ha proclamato lo sciopero generale di 8 ore per venerdì 9 marzo contro le modifiche dell'art. 18 e la vicenda Fiat. "L'articolo 18 non può essere oggetto nè di trattativa nè di negoziato", aveva riferito il leader Maurizio Landini. Per lo stesso giorno a Roma avrà iniziò un corteo da piazza della Repubblica a piazza San Giovanni.