Schmidt (Uffizi): “Contro Ferragni critiche sessiste. Vogliamo avvicinare i giovani all’arte”
Chiara Ferragni agli Uffizi di Firenze? Un'operazione volta ad avvicinare anche i più giovani ai grandi capolavori del Rinascimento. È questo il senso dell'intervento di Eike Schmidt, direttore dei musei fiorentini, che in un'intervista a Repubblica ha spiegato le ragioni della collaborazione con la nota influencer, fotografata nei giorni scorsi davanti alla “Nascita di Venere” di Botticelli in uno scatto condiviso sui social del museo: “Siamo stati fra i primi musei a sbarcare su TikTok e oggi in molti, nel mondo, ci stanno seguendo. In generale, quello dei giovani è un problema che ci ponevamo anche prima, per esempio quando abbiamo invitato le star del festival Firenze Rocks a visitare i nostri musei. Il nostro obiettivo, però, non è soltanto economico. Noi abbiamo una visione democratica del museo: le nostre collezioni appartengono a tutti, non solo a un’autoproclamata élite culturale, ma soprattutto alle giovani generazioni. Anche perché, se i giovani non stabiliscono oggi una relazione col patrimonio culturale, è improbabile che in futuro, quando saranno loro i nuovi amministratori, vorranno investire in cultura. Per questo è importante usare il loro linguaggio, intercettare la loro ironia e il loro potenziale creativo”.
Insomma, secondo il direttore della Galleria degli Uffizi la collaborazione con Chiara Ferragni non è finalizzata solo a "staccare" più biglietti ma a sensibilizzare ragazzi e ragazze al patrimonio culturale italiano. "Le stories di Chiara Ferragni sugli Uffizi hanno avuto 550 mila apprezzamenti in poche ore, per lo più da persone che per la prima volta stabilivano una relazione emozionale col nostro patrimonio. E sotto il nostro post, nell’arco di 24 ore, abbiamo avuto 2 mila critiche, ma anche 30 mila like: se fosse una partita di calcio, sarebbe finita con un 15 a 1”. Tuttavia “gli Uffizi non hanno bisogno di Chiara Ferragni, né Chiara Ferragni degli Uffizi. L’importante è creare un crossover, innescare un confronto”. Secondo Eike Schmidt molte delle critiche sono figlie del maschilismo. “Non dico che tutte le critiche siano state sessiste: ce ne sono state anche di assolutamente costruttive, e su queste ultime sarebbe interessante costruire un dibattito. Ma c’è stata anche tanta superficialità e, cosa che ritengo più grave, una valanga di commenti sessisti contro una donna che si è fatta da sola. Commenti in cui ho letto tanta invidia sociale antipatica e preoccupante soprattutto, devo dirlo, da parte degli italiani”.