Schianto tra un furgone e un tir nel Foggiano: 12 migranti morti. Tornavano dai campi
Una strage: 12 morti. Altri cittadini stranieri, braccianti agricoli, sono rimasti vittime di in un incidente stradale avvenuto sulla strada statale 16, nella località Ripalta, nel territorio di Lesina, nel Foggiano. A confermare il drammatico bilancio sono stati i carabinieri del Comando provinciale dopo che inizialmente le agenzie di stampa avevano parlato di cinque vittime. Nello scontro sono rimaste ferite altre tre persone, nessuna in pericolo di vita.
Una tragedia molto simile a quella avvenuta nel pomeriggio di sabato 4 agosto tra Castelluccio dei Sauri e Ascoli Satriano dove sono deceduti quattro braccianti agricoli africani. Secondo le prime informazioni, le vittime tornavano dai campi dopo aver raccolto pomodori, che viaggiavano a bordo di un furgone assieme ad altri compagni di lavoro. L’impatto del furgone, con targa bulgara carico di uomini di nazionalità africana, contro il Tir che trasportava le cassette di pomodori appena raccolte è stato violentissimo e non ha lasciato loro scampo. Oltre alle ambulanze, sul posto sono intervenuti i carabinieri ed i Vigili del Fuoco che stanno mettendo in sicurezza la zona dopo aver estratto vittime e feriti dalle lamiere contorte del veicolo.
Sull’incidente avvenuto sabato è in corso un’indagine per caporalato. L’obiettivo è capire se la tragedia sia avvenuto in un contesto di degrado delle condizioni di lavoro, di sfruttamento, di marginalità sociale, di un sistema di trasporto dei lavoratori consegnato proprio nelle mani dei caporali. Centinaia di braccianti delle campagne del Foggiano si sono riuniti in assemblea con l’Unione Sindacale di Base domenica sera nell’ex ghetto di Rignano e hanno deciso di indire uno sciopero per tutta la giornata di mercoledì 8 agosto. Sarà la marcia dei berretti rossi, come “i cappellini che i quattro braccianti morti e i quattro feriti sabato indossavano nei campi per proteggersi dal sole mentre si spaccavano la schiena per raccogliere pomodori alla vergognosa paga di un euro al quintale”, si legge nel comunicato.