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Schettino risale a bordo Concordia: “Cerco la verità sul generatore d’emergenza”

La presenza dell’ex comandante della Costa Concordia all’Isola del Giglio non è andata giù ai parenti delle 32 vittime della tragedia. Il sindaco: ” Schettino è un caso umano, quella notte ha avuto un attacco di panico e non ha saputo gestire la tragedia che aveva provocato”.
A cura di D. F.
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Ore 16.00 – L'ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino è rientrato dal sopralluogo a bordo del relitto della nave. Appena arrivato sulla terra ferma ha dichiarato: "C'è chi ha patteggiato riconoscendo le proprie colpe. Io sono qui ad affrontare un processo e a metterci la faccia". Ai giornalisti che gli domandano come sia stato il ritorno sulla nave risponde: "Non posso parlare. Io sono salito a bordo solo per poter mettere a disposizione dei periti la mia conoscenza di comandante". E sulle senzazioni provate taglia di netto: "Non siamo qui a fare Novella 2000, le sensazioni non interessano a inchieste giornalistiche". Quindi ha troncato tutte le altre domande che i cronisti tentavano di fargli.

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Ore 14.47 – Che non sarebbe stata una passeggiata era chiaro. Il ritorno di Schettino sulla Costa Concordia è stato accompagnato dalle proteste di numerosi cittadini dell'Isola del Giglio, che gli hanno urlato "vergognati" e "torna a fare, cosa ci sei venuto a fare qui?". Oltre, ovviamente, a frasi ben più pesanti. Il ritorno dell'ex comandante rappresento anche un evento mediatico seguito da decine di giornali ed emittenti. Ai cronisti, Schettino ha detto: "Basta, fatemi passare. Togliete ste’ telecamere, mi avete rotto i c…".  

UPDATE: L'ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino è risalito a bordo del relitto. L'uomo ha raggiunto il porto insieme al suo avvocato dopo alcuni momenti concitati a causa delle urla e degli spintoni di cittadini gigliesi infuriati: Schettino e il suo legale sono stati seguiti da decine di fotografi ed operatori tv, quindi l'ex comandante è stato trasportato sulla nave, dove effettuerà un sopralluogo al generatore d'emergenza, che il giorno del naufragio non funzionò: si tratta di un apparato che serve a gestire numerose funzioni della nave in caso di avaria, tra cui timoni, ascensori e bracci meccanici per l'ammaino delle scialuppe.

Due anni dopo la tragedia della Costa Concordia, Francesco Schettino torna oggi sul relitto della nave. L'ex comandante, imputato nel processo della strage, dovrà accompagnare i consulenti allo scopo di fare delle nuove ispezioni e ricostruire il quadro della situazione. Schettino è tornato al Giglio due giorni fa e, secondo alcuni testimoni, passando davanti ai resti della Concordia si sarebbe commosso. Intervistato dall'Ansa, ieri l'ex comandante ha fatto sapere di trovarsi sull'isola “per contribuire all’accertamento della verità mettendoci la faccia”, come avrebbe sempre detto. “Sono qui – ha spiegato Schettino – per assistere i miei consulenti impegnati negli accertamenti necessari a comprendere le cause e le dinamiche del mancato funzionamento di alcune apparecchiature". Il presidente del tribunale Giovanni Puliatti ha comunque fatto sapere che l'ex comandante andrà sul relitto come imputato, sicché non potrà interloquire ma soltanto rispondere alle domande che gli verranno poste.

Intercettato da La Stampa all'Isola del Giglio, Schettino ha spiegato: "Io non sono un debole e neppure un vigliacco, ho chiesto di risalire a bordo perché voglio dare indicazioni precise ai miei tecnici sugli impianti da controllare, a partire dal generatore d’emergenza". Tuttavia la visita dell'ex comandante ha inevitabilmente riaperto ferite profonde negli abitanti dell'isola e nei parenti delle 32 vittime. Il sindaco del Giglio Sergio Ortelli ha affermato: "Molti di loro mi hanno scritto per dirmi che il ritorno di Schettino è una vergogna e sinceramente pur essendo io un garantista e ritenendo legittimo il suo diritto a risalire sulla Concordia, sto dalla parte di quei parenti. Schettino è un caso umano, quella notte ha avuto un attacco di panico e non ha saputo gestire la tragedia che aveva provocato. Basti dire che non mi fece neppure una telefonata per spiegarmi le dimensioni dell’incidente in modo da consentire a me, responsabile della protezione civile dell’isola, di organizzare l’accoglienza dei naufraghi. Ho dovuto fare da me e grazie al sacrificio dei miei cittadini e del mio vice sindaco che, a rischio della vita, salì sulla Concordia mentre Schettino era sugli scogli a guardare".

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