Schettino, libertà o carcere? Decide la Cassazione
Revoca dell'arresto o di nuovo in carcere? La quarta sezione penale della Corte di Cassazione si è riunita oggi per decidere quel che sarà il futuro di Francesco Schettino. Il comandante è accusato di omicidio colposo plurimo, abbandono della nave, naufragio colposo e comunicazioni non corrette alla capitaneria di porto per il naufragio della Costa Concordia. La decisione è attesa in tarda serata o al massimo entro domani mattina. I giudici della Suprema Corte sono stati chiamati a decidere su due ricorsi opposti, legati alla medesima decisione del tribunale del riesame di Firenze che il 7 febbraio scorso aveva confermato quanto già decretato dal gip di Grosseto: il fermo in carcere per Schettino veniva commutato in arresti domiciliari.
Così, oggi, le parti in causa sono tornate a darsi battaglia con un obiettivo opposto. La procura di Grosseto chiede che Schettino torni in carcere, in custodia cautelare; la difesa del capitano, rappresentata dall'avvocato Bruno Leporatti, chiede l'annullamento del provvedimento, dal momento che non sussisterebbero pericoli di inquinamento probatorio e il rischio che Schettino possa replicare un errore come quello che lo scorso 13 gennaio portò alla morte di 32 persone. «Francesco ha massima fiducia e rispetto dei giudici» ha detto il legale del comandante al termine dell'udienza.
Ma al momento la strada verso la libertà di Schettino è in salita. Nel corso delle due ore di camera di consiglio, il sostituto procuratore generale della Cassazione, Vincenzo Geraci, ha infatti chiesto che siano rigettati entrambi i ricorsi e che venga quindi confermata la custodia cautelare ai domiciliari. Geraci si trova dunque d'accordo col tribunale del riesame di Firenze: Schettino deve restare a casa sua.
Schettino a Pasqua ha già riassaporato la libertà. Il giudice per le indagini preliminari ha, infatti, concesso al comandante tre ore di permesso, nelle quali ha potuto lasciare la sua abitazione di Meta di Sorrento per poi tornarci dopo aver festeggiato a casa della sorella. Una decisione che, secondo indiscrezioni, non sarebbe stata gradita dai pm di Grosseto, che hanno appreso della notizia solo nella serata di Pasqua. Negli stessi istanti, proseguivano le operazioni di ricerca dei sommozzatori nel relitto della Costa Concordia. L'obiettivo era quello di ritrovare gli ultimi dispersi, oltre che recuperare i materiali e gli oggetti fuoriusciti dalla nave. L'esito è stato, però, negativo.