Scena muta all’orale della Maturità, Valditara: “Abbiamo inviato gli ispettori, ma i voti non cambiano”
"Non abbiamo ancora riscontri, ma gli ispettori stanno valutando gli elaborati, per capire se le correzioni sono coerenti con la valutazione data. Le ragazze hanno parlato di possibili discriminazioni, di discussioni tra commissario esterno ed interno. È giusto verificare e capire cosa è successo: se quell’insufficienza era meritata, le accuse sono state ingiuste; altrimenti, la scuola deve rispettare docenti e studenti".
A parlare è il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che, in una intervista a Il Gazzettino, a margine del G7 dell'Istruzione, ha commentato il caso della protesta messa in atto da tre studentesse del licelo classico Foscarini di Venezia – la prima è stata Linda Conchetto, seguita da Virginia Gonzales y Herrera e Lucrezia Novello -, che hanno deciso di fare scena muta al colloquio della Maturità 2024 perché in disaccordo con il punteggio ottenuto alla seconda prova scritta di greco, che consisteva nella traduzione e nel commento di una versione di Platone tratta da "Minosse o della Legge".
Nella loro classe ci sarebbero state troppe insufficienze. "Non voglio accettare il vostro giudizio che non rispecchia il mio lavoro e perché non tollero la mancanza di rispetto nei miei confronti", aveva detto Conchetto davanti alla commissione d'esame per giustificare il suo silenzio.
Le tre ragazze, che partivano da punteggi alti grazie ai crediti ottenuti durante il triennio, sono state tutte promosse anche se non con il massimo di 100. Tutte e tre hanno avuto un voto all'orale equivalente in decimi a 2. Valditara, su questo punto, al giornalista che gli ha chiesto se si potesse mai arrivare ad una revisione del giudizio, ha risposto: "Questo non è nei poteri del Ministero. Il voto resta quello, se poi, a seconda dell’esito delle verifiche, qualcuno lo vuole impugnare al Tar è una sua facoltà".
Sulla vicenda sempre oggi è intervenuta anche la preside dell'Istituto, a cui le tre ragazze hanno presentato una richiesta di accesso agli atti. "Come preside, da un lato, mi sento di difendere la scuola, ma dall’altro comprendo anche le ragazze. Con la loro protesta hanno messo in luce una mancanza di comprensione e di fiducia nelle procedure dell’esame. Mi sono convinta che serva più trasparenza, anche su certi passaggi tecnici della prova", ha commentato Alessandra Artusi.