Scattava selfie con i cadaveri mummificati nel cimitero, la difesa di Mirco Campus: “Dovevo misurarli”
Foto con le bare e selfie scattati con i cadaveri. Immagini scattate nel 2018 nel cimitero di Bolotana, in Sardegna: in alcuni degli scatti che saranno oggetto del processo, già partito nella giornata di lunedì a Oristano, si vedono alcune salme posizionate ad arte dentro le proprie bare. In uno degli scatti si vede il cadavere di un anziano messo a sedere nella propria bara.
Immagini dolorose per i familiari chiamati ad ascoltare nei prossimi giorni la versione dell'imputato 45enne Mirco Campus. L'uomo, davanti alla giudice Paola Bussu, dovrà rispondere di vilipendio per i selfie scattati con le salme quasi 5 anni fa. Campus lavorava per una ditta a cui il Comune aveva dato l'incarico di trovare nuovi spazi nel cimitero pieno e con altri dipendenti stava esumando le salme per permettere alle famiglie di riconoscere i cari e autorizzarne la cremazione o la sepoltura in terra.
Invece di adempiere ai propri doveri, il 45enne avrebbe usato la notte per posare accanto ai cadaveri, vestendone persino alcuni con abiti eleganti. Una delle anziane defunte immortalate nelle fotografie avrebbe anche una sigaretta tra le labbra. "Quelle foto – ha affermato la difesa del 45enne, l'avvocato Pietro Paolo Callà – servivano per avere un termine di comparazione, in modo da misurare le dimensioni dei cadaveri prima di procedere con la cremazione".
Le foto in questione, però, hanno raggiunto il telefono degli altri compaesani e hanno continuato a girare tra le chat fino a quando non sono arrivate all'assessore Stefano Nieddu, che ha denunciato i fatti ai carabinieri. Le fasi sono state ricostruite in aula, dove poi Nieddu e il maresciallo che avviò le indagini hanno testimoniato. Il prossimo 6 novembre ci sarà un'altra udienza per chiarire ulteriormente le dinamiche dei fatti che, secondo il 45enne, sarebbero stati travisati dall'assessore.