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Scarcerato dopo botte ai figli, torna a casa e li picchia. Per i servizi sociali “il clima era sereno”

Scarcerato dopo la condanna per maltrattamenti, torna a casa e picchia nuovamente i figli piccoli. Per i servizi sociali che seguivano il caso, in clima in famiglia “era sereno”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Arrestato per maltrattamenti nei confronti della moglie e dei figli nel 2019, era stato scarcerato dopo il patteggiamento con pena sospesa. A quel punto, aveva potuto rivedere i figli minorenni e tornare a casa. Da gennaio del 2020, l'inferno è ricominciato e mentre i servizi sociali scrivevano che la "famiglia era serena", i piccoli avevano ricominciato a tornare a scuola con i segni delle botte in volto. 

Uno dei bimbi avrebbe manifestato i suoi disagi disegnando solo teschi, scheletri e pistole sui quaderni di scuola. "Il bimbo picchia i compagni – ha scritto l'insegnante in una relazione – ed è del tutto apatico, non fa trasparire emozioni e non ha mai avuto manifestazioni di affetto per compagni o maestre". Il lavoro di osservazione della maestra si è interrotto con la chiusura delle scuole a causa dell'epidemia dovuta al Covid-19. Durante la pandemia, due dei quattro bambini erano finiti in ospedale più volte con lividi e traumi cranici.

"Il papà – raccontavano alle maestre – ci picchia con bastoni e mestoli". Pestaggi di una violenza talmente forte che dopo soli due giorni di intercettazioni avviate nel 2022 per le indagini, le autorità hanno dovuto far cadere l'inchiesta e intervenire per interrompere le aggressioni.

Tra lockdown e servizi sociali inefficienti, l'inchiesta ha preso corpo solo nel 2022, quando l'uomo è tornato in carcere. Al processo in abbreviato, la gup Giorgia De Palma ha inflitto all'uomo di 34 anni una condanna a 4 anni e 4 mesi, accogliendo la richiesta della pm Valeria Sottosanti. I bimbi sono stati affidati a un curatore speciale mentre la legale dell'imputato, Novella Ferrini, ha fatto appello nei giorni scorsi.

La gup ha sottolineato nella sentenza che dalla vicenda emergono gravi lacune nel sistema di welfare e una grave indifferenza davanti alle segnalazioni delle maestre pervenute già nel gennaio 2020. "Le accuse delle maestre non sono state approfondite adeguatamente anche in relazione alle osservazioni dei servizi sociali". Anche l'atteggiamento della madre, vittima del compagno, è stato definito "omertoso" dalla gup e ha aggravato la situazione. Secondo le autorità, non avrebbe assunto nei confronti dei bambini un atteggiamento tutelante. Esattamente, verrebbe da dire, come gli assistenti sociali che avrebbero dovuto salvarli. 

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