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Scambiavano foto e video di stupri a bambini: arresti a Napoli ed Agrigento

Sotto il coordinamento della Procura di Palermo la Polizia postale di Napoli, Roma, Catania e Reggio Calabria ha effettuato perquisitizioni in tutto il paese, rinvenendo raccapriccianti immagini di violenze su minori.
A cura di Redazione
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I contenuti raccapriccianti viaggiavano in Rete via chat, facendo uso di sofisticati software e riempiendo pc, smartphone e tablet di immagini e video di violenze su minori . Le indagini sono durate un anno e hanno portato all'arresto di due uomini, un quarantaquattrenne residente nella provincia di Napoli e un diciannovenne in provincia di Agrigento. Entrambi i soggetti sono stati colti in flagranza di detenzione e diffusione di files che riproducevano scene di violenze sessuali in pregiudizio di bambini giovanissimi. A volte persino infanti. Le indagini sono state coordinate dal Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia on-line della Procura della Repubblica di Palermo e, oltre all'arresto dei due uomini, ha portato alla denuncia, per gli stessi reati, di altre due persone. All'azione di monitoraggio della Polizia Postale e delle telecomunicazioni di Palermo sono seguite perquisizioni che hanno appurato la presenza di contenuto pedopornografici in pc, tablet e smartphone nella forma di immagini e video. Le indagini sono state condotte in collaborazione con Compartimenti di Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, Napoli, Catania e Reggio Calabria, una sinergia che ha permesso di effettuare perquisizioni su tutto il territorio nazionale facendo uso all'occorrenza di sofisticati dispositivi informatici per la ricerca di prove di possesso di materiale pedopornografico. Un funzionario del Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni di Palermo impegnato nel contato alla pedopornografia, ha spiegato che "anni di esperienza ed impegno aiutano a mantenere il distacco necessario, orientandosi esclusivamente verso il nostro unico obiettivo, che è quello di contrastare questo triste fenomeno individuando i colpevoli ed offrendo giustizia alle giovanissime vittime. Il nostro impegno in questo settore, nonostante la repulsione che genera la materia d'indagine, non verrà mai a mancare. Per noi e per i magistrati che coordinano il nostro lavoro è un'assoluta priorità".

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