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Scambiano pianta velenosa per lattuga: coppia salvata in extremis

E’ accaduto in provincia di Teramo: per errore una donna ha condito Atropa belladonna, una pianta estremamente velenosa.
A cura di Davide Falcioni
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Un uomo e una donna di Cologna spiaggia, in provincia di Teramo, è stata tratta in salvo in extremis in ospedale dall'avvelenamento da pianta Atropa belladonna. La coppia se l'è vista veramente brutta con spasmi, difficoltà di respirazione, febbre altissima. Ma oggi dopo dieci giorni entrambi possono raccontare la loro disavventura iniziata con quella che sembrava essere una normale  insalata. I fatti risalgono alla settimana scorsa, quando l'uomo e la donna dopo cena accusano uno stato di allucinazione e di tachicardia. Era stata la donna a portare a tavola foglie di Atropa di belladonna, pianta allucinogena usata nella cosmesi, ma velenosa se ingerita dall'uomo al punto da poterne provocare la morte, credendo che fossero foglie di insalata.

L'aveva raccolta in campagna e nulla faceva presagire quello che sarebbe accaduto. I due sono rimasti intossicati dall'erba che avevano ingerito a cena e si sono rivolti all'ospedale di Giulianova. Qui i medici hanno fatto la diagnosi e individuato la causa. Quindi hanno contattato il Centro antiveleni di Pavia applicando un protocollo che si usa in questi casi. Dopo due giorni di ricovero la coppia è stata dimessa.

Ma che cos'è l'Atropa belladonna? Si tratta di una pianta che cresce sporadica nelle zone montane e submontane fino a 1400 metri. Preferisce i suoli calcarei e i margini di boschi freschi e ombrosi, come le faggete. Wilkipedia spiega: "le foglie sono semplici, picciolate, di forma ovale-lanceolata, alternate nella zona superiore a foglie più piccole; come il fusto, sono ricoperte di peli ghiandolari responsabili dello sgradevole odore emanato dalla pianta. Nonostante l'aspetto invitante e il sapore gradevole, le bacche sono velenose per l'uomo e l'ingestione può provocare una diminuzione della sensibilità forme di delirio, sete, vomito, seguite, nei casi più gravi, da convulsioni e morte".

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