Scala dei Turchi sotto sequestro perché a rischio crollo, ma è piena di turisti: “Scandaloso”
Un geotag su Instagram e qualche scatto bastano a testimoniare un reato: violazione dei sigilli. Per quanto splendido possa essere il tramonto dalla Scala dei Turchi, a Realmonte (Agrigento), vederlo dalla scogliera di marna bianca è vietato. La procura della Repubblica dell'agrigentino ha sequestrato la parete rocciosa a febbraio 2020 per l'evidente rischio crolli: un pezzettino dopo l'altro, la bellezza di quella porzione di litorale stava venendo giù. Troppe persone a passeggio sulla pietra candida. "Basta passarci un dito perché ti rimanga la polvere in mano", spiega Claudio Lombardo, dell'associazione Mareamico di Agrigento. Le ultime immagini che mostrano a tutti cosa accada alla Scala le ha girate lui: c'è perfino una ragazza che si solleva da terra sulle braccia. "Se qualcuno si fa male, succede un casino", commenta Lombardo a Fanpage.it.
La Scala dei Turchi è una celebrità. Da Montalbano in poi, passando per l'abbattimento dell'ecomostro che ne deturpava la bellezza. "È arrivata ad avere 700mila visitatori all'anno". Ma i giganti spesso hanno le gambe fragili. E la marna di cui è costituita la scogliera è fatta, essenzialmente, di gusci di conchiglie che si rompono solo a guardarli. Figurarsi se ci camminano sopra, ci si sdraiano e ci si aggrappano centinaia di migliaia di persone. Così, un anno e mezzo fa, sono stati i magistrati a decidere per lo stop all'ingresso per il rischio crollo. Mentre un'altra controversia giudiziaria teneva banco: di chi è la Scala? Dell'anziano cittadino, l'ultrasettantenne Ferdinando Sciabbarrà, che mostra gli atti di compravendita che dimostrano la sua proprietà di alcune delle particelle catastali che compongono la parete lattea. E i periti nominati dal tribunale di Agrigento, al momento, sembrano concordare con lui.
"Qui la sorveglianza viene fatta fino alle 18. Da quell'ora in poi, i cittadini scavalcano". E si fermano a guardare il sole che scende nel mare. "Commettono un reato anche abbastanza grave", prosegue Lombardo, da anni attivo nel raccontare la mancata tutela del patrimonio naturalistico del mare agrigentino. "Le cose da fare sono diverse e in sequenza: prima bisogna che la Regione metta in sicurezza la scogliera, così la procura la può dissequestrare e si può avviare un sistema di contingentamento degli ingressi". Il cane già qui comincia a mordersi la coda: la Regione Siciliana ha dichiarato di avere avviato l'iter per l'acquisizione del bene. E ha altresì annunciato i lavori di consolidamento. Che però non sono ancora partiti. Fatti quelli, il contingentamento sarebbe il passo successivo: numero chiuso, come sulla spiaggia dell'Isola dei Conigli di Lampedusa. Ma di tempo ce ne vorrà ancora un bel po'. E nel frattempo, senza controlli costanti e sanzioni, la scogliera vietata resta una star di Instagram. "Un fallimento dello Stato", commenta Lombardo.