Sbranata e uccisa dal cane, Erina Licari è stata attaccata a testa e collo. I familiari: “Colpa dei randagi”

Erina Licari, 62 anni, sarebbe stata uccisa dal suo cane, un meticcio di grossa taglia tenuto alla catena nel garage dell'abitazione di Petrosino, nel Trapanese, dove viveva con la famiglia. Questa al momento la pista privilegiata degli inquirenti che stanno portando avanti le indagini sulla morte della 62enne.
I familiari della vittima invece sembrano propendere per l'attacco di uno o più cani randagi che si vedono spesso circolare nella zona dove è avvenuto il fatto. Al momento l'unica certezza è il decesso della 62enne, causato dalle gravissime ferite riportate a testa, collo e torace.
A lanciare l'allarme nella serata di venerdì 21 marzo, quando è accaduto il fatto, è stato il marito che, dopo essere rientrato a casa, ha trovato la moglie riversa a terra vicino alla ciotola per il cibo dell’animale.
Secondo quanto è stato ricostruito dalla polizia, che lavora sotto il coordinamento del procuratore di Marsala Fernando Asaro e del sostituto Diego Sebastiani, la donna sarebbe andata a portare il pasto al cane intorno le 19.30 nel garage.
Il figlio si trovava in casa al momento dell'aggressione ma ha detto agli investigatori di non aver sentito nulla. Nemmeno i vicini avrebbero udito le grida della donna.
Il medico legale che si è occupato di una prima ricognizione cadaverica ha riferito che la donna sarebbe morta pochi minuti prima del ritrovamento. L'ipotesi è che il cane l'abbia azzannata mentre era china per dargli da mangiare. La Procura ha disposto l’autopsia per confermare le cause del decesso, avvenuto probabilmente per dissanguamento.
Gli investigatori hanno parlato con il figlio e pare che il cane fosse tenuto legato nel garage perché anche in passato aveva mostrato segni di aggressività. L’animale è stato sequestrato e portato in canile a Marsala, verranno prelevati campioni per confrontarli con quelli trovati sulla vittima.
Tra le persone che non sono d'accordo con questa prima e parziale ricostruzione c'è il nipote della donna. L'uomo ritiene infatti che ad aggredire la zia potrebbe non essere stato il cane di famiglia.
"Mio zio e mio cugino mi dicono che da tempo vedono tanti cani aggirarsi in questa zona, attirati anche dall’odore dei rifiuti, ma non era mai accaduto un fatto del genere. – ha spiegato – In passato, ci sono state altre aggressioni, ma mai una cosa tanto grave. Forse, mia zia si è trovata nel posto sbagliato nel momento sbagliato".