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Sbarco di migranti, una tragedia senza fine tra solidarietà e criminalità organizzata

Solidarietà e tanta generosità da parte dei catanesi che hanno accolto e aiutato nel miglior modo possibile i migranti sbarcati sul litorale della Playa. Dai pasti caldi agli indumenti fino ai pupazzi con cui hanno potuto giocare i più piccoli. Una Catania perbene di cui vorremmo parlare tutti i giorni.
A cura di Fabio Giuffrida
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Come vi abbiamo documentato con le nostre telecamere, a Catania si è assistito ad una tragedia del mare, a 6 persone – tra cui un minorenne – che non ce l'hanno fatta e sono morti annegati ritenendo che, nel punto in cui si era arenato il barcone, si toccasse. E invece quei 4 metri circa di profondità hanno giocato loro un brutto scherzo che li ha portati a rimetterci la pelle, a dover rinunciare al loro sogno, quello di trovare un paese pronto ad ospitarli, magari disposto ad integrarli nella vita sociale, lavorativa ed economica delle nostre città. Sono arrivati in Italia per disperazione, con la voglia di dare ai loro figli un futuro dignitoso: disposti a tutto, anche a lavorare per pochi spiccioli, a fare i lavori più umili, a svendere la loro dignità per una lotta che è quella della sopravvivenza. L'Italia come avrebbe potuto respingerli? L'Italia come avrebbe potuto negare loro un aiuto in un momento così tragico? Molti dei migranti non riuscivano più a stare in piedi, altri dormivano, altri ancora erano esausti, contenti però che quell'incubo fosse finito. I loro angeli, i vigili del fuoco in primis, hanno fatto il possibile per salvarli.

Una solidarietà che ci fa sentire orgogliosi di essere Italiani, come dicono in molti – forse a ragione – la forza del nostro paese, la nostra coesione, la nostra generosità, si misura nei momenti di bisogno, e così è stato anche in questo caso. In quelle ore delicate le forze dell'ordine non si sono sottratte al loro dovere, hanno trattato i migranti come fossero loro amici, cercando di non fargli mancare nulla. Le associazioni di volontariato hanno distribuito vestiti di ogni tipo mentre l'Azienda Ospedaliera Cannizzaro ha garantito pasti caldi; tutti sono stati accolti nel plesso della Guardia Costiera dove sono cominciate anche le procedure di identificazione. I catanesi si sono dimostrati ancora una volta accoglienti e calorosi, qualcuno ha anche dato ai più piccoli pupazzi con cui giocare. Una grande umanità che stride invece con tutti coloro che tutt'ora non accettano l'arrivo in massa di tutte queste persone che andrebbero, a detta loro, rispedite nei rispettivi paesi d'origine.

L'amministrazione comunale si è dimostrata sensibile all'argomento, proclamando anche un lutto cittadino per il 14 Agosto, segno che non esistono persone di serie A e di serie B ma che tutti vanno considerati "cittadini del mondo" in una prospettiva comunitaria che via via sta prevalendo sulle tesi più rigoriste. Tra l'altro, qualora le famiglie d'origine dei migranti morti, non dovessero richiedere le salme nei loro paesi, sarà il comune di Catania a farsi carico di funzioni e sepoltura degli stessi. Al momento 42 migranti – quelli che non hanno voluto essere identificati e dunque trasferiti nei Cara – sono ospiti nella scuola Andrea Doria, giudicata migliore rispetto a quella Brancati di Librino ipotizzata in un primo momento, fa sapere l'assessore Valentina Scialfa.

Dietro queste tragedie si nasconde anche un lato oscuro, quella della criminalità organizzata che potrebbe speculare sui sogni, sulle speranze di questi migranti: non è da escludere che ci possa essere stato l'aiuto di basisti italiani, ovvero di un'organizzazione criminale locale. Da una parte dunque la solidarietà per queste vittime di un sistema ingiusto, dall'altro alcuni italiani, stanchi di questa situazione, continuano a domandarsi se sia ancora il caso di accogliere altri migranti con un futuro che di fatto in questa terra non potranno avere. La risposta, che dovrebbero dare le nostre istituzioni elette democraticamente, non è ancora arrivata; eppure non c'è più tempo da perdere.

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