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Sbalzata dal monopattino mentre va a lavoro: morta in ospedale Giulia Grigore, aveva 18 anni

Giulia Grigone, 18enne di San Giusto Canavese, era arrivata in condizioni disperate al Cto di Torino dopo un incidente in monopattino. Si era scontrata con un’Alfa Romeo Giulietta condotta da un ragazzo poco più grandi di lei. Il dolore sui social: “Senza la mamma aveva dovuto diventare grande prima del tempo”.
A cura di Susanna Picone
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La foto pubblicata dal Comune di San Giusto Canavese
La foto pubblicata dal Comune di San Giusto Canavese

Morire a soli diciotto anni dopo un incidente col monopattino. Non ce l’ha fatta Giulia Grigone, la giovane di San Giusto Canavese (Torino) che era rimasta gravemente ferita ieri mattina in un incidente stradale che si è verificato sulla provinciale San Giorgio-Ozegna.

Giulia è morta nella notte al Cto di Torino: nulla purtroppo hanno potuto fare i medici per salvarle la vita. La ragazza aveva riportato un grave trauma cranico e facciale, oltre ad alcune fratture agli arti.

Stando a quanto ricostruito, la giovane era su un monopattino che, per cause in fase di accertamento, ieri mattina si è scontrato con un'Alfa Romeo Giulietta condotta da un ragazzo di ventuno anni residente a Lusigliè. Era arrivata in ospedale, con l'eliambulanza, già in condizioni critiche. Dopo qualche ora il decesso.

La dinamica del tragico incidente è ora al vaglio dei carabinieri della compagnia di Ivrea. Con quel monopattino Giulia stava andando a lavorare ieri mattina. I soccorsi sono stati immediati – anche il giovane automobilista si è subito fermato per aiutare la ragazza – e sul posto sono intervenuti i carabinieri e l'elisoccorso del 118.

Ora una intera comunità è in lutto per la giovane scomparsa. Il comune di San Giusto Canavese ha scritto un post su Facebook per la giovane vittima della strada:

"Oggi un silenzio doloroso avvolge tutti noi. Giulia, una ragazzina di soli 18 anni, ci ha lasciati, portata via troppo presto da un destino crudele. Giulia era una ragazza buona, priva di cattiveria, con un sorriso che spesso nascondeva una tristezza profonda. La vita, con lei, non era stata molto amica. Senza la mamma aveva dovuto diventare grande prima del tempo. Ogni mattina, si alzava presto per andare al lavoro a Rivarolo, utilizzando il suo monopattino, l'unico mezzo a disposizione. Non era un lusso, ma una necessità, un simbolo del dramma della povertà che spesso dimentichiamo. Nonostante le difficoltà, riusciva a mantenere quella gentilezza che la rendeva speciale agli occhi di tutti. Giovane senza malizia semplice e buona, era circondata da tanti amici che le volevano bene per il suo cuore grande e la sua naturale dolcezza. Ieri sera, fino a notte inoltrata, quei suoi amici sono rimasti al suo fianco in ospedale, sperando, pregando e incoraggiandola a lottare.Volevano credere che la loro Giulia ce l'avrebbe fatta, che il suo sorriso triste avrebbe ritrovato la luce. Ma questa mattina presto, la voce spezzata di suo papà mi ha annunciato ciò che tutti temevano, ma che nessuno voleva sentire: la sua bambina era volata in cielo. Morire a 18 anni , con tutto l'amore che aveva ancora sa dare e da ricevere è un dramma che spezza il cuore, che lascia un vuoto incolmabile in tutti noi. Oggi sconvolti, ancora increduli ci stringiamo attorno al papà e al suo fratellino Gabriele. Riposa in pace, anima dolce. Il tuo spirito gentile continuerà a vegliare su coloro che hai amato e che ti hanno amata, accompagnandoli in ogni passo del cammino che ancora devono percorrere".

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